Vari i fattori da valutare prima di optare per la cedolare secca, che non è solo un problema di aliquote.

Chi sceglie la cedolare deve sapere anzitutto che non potrà chiedere all’inquilino né adeguamenti Istat nè aumenti del canone: il divieto è assoluto, rischio sanzioni. Vietati accordi con l’inquilino.

Da considerare che per i nuovi contratti va fatta una speciale denuncia online (tranne pochi casi nei quali si usa il vecchio modello 69), per la quale il proprietario si deve accreditare e ottenere il pincode, dopo ci sarà una nuova imposta e adempimenti separati dall’Irpef: se l’importo a vantaggio della cedolare è minimo (100-200 euro) forse non è il caso di assumersi i nuovi impegni burocratici.

Chi non ha pagato le tasse e non ha registrato il contratto, è obbligato alla registrazione, perché l’inquilino potrebbe provvedervi direttamente. Si ottiene così per quattro anni un canone pari al triplo della rendita catastale (poche centinaia di euro all’anno, in media). La cedolare dovrebbe quindi essere un’occasione per i proprietari dei circa 500mila immobili abitativi affittati in nero.

Ma vanno considerati altri fattori: chi registra un nuovo contratto deve fingere che sia iniziato proprio in quel momento, sperando che il fisco non vada ad accertare le annualità precedenti, altrimenti tra sanzioni e interessi deve pagare parecchie migliaia di euro. Inoltre, l’inquilino che volesse effettuare la registrazione incontrerebbe parecchie difficoltà, dato che molti uffici delle Entrate vogliono vedere la copia del contratto, controllare i dati catastali, che spesso non ci sono nella copia del contratto (quando c’è).

Il proprietario in nero dovrà quindi valutare i rischi dell’emersione, che comporta sanzioni sul pregresso e cedolare da pagare, e quelli del nero che comporta sul pregresso e crollo del canone d’affitto su denuncia dell’inquilino.

Commenti (1)

  1. Esta pregunta ya se le ha fmarulodo al IDAE y esta ha sido su respuesta:Segfan se indica en el Real Decreto 235/2013, de 5 de abril, por el que se aprueba el procedimiento be1sico para la certificacif3n de la eficiencia energe9tica de los edificios, en su artedculo 2, “c1mbito de aplicacif3n” se indica:“1. Este Procedimiento be1sico sere1 de aplicacif3n a:(…)b) Edificios o partes de edificios existentes que se vendan o alquilen a un nuevoarrendatario, siempre que no dispongan de un certificado en vigor.(…)”Es por ello, que el local comercial debe poseer el certificado de eficiencia energe9tica cuando se venda o alquile a un nuevo arrendatario. A la hora de certificar el mismo, el te9cnico certificador debere1 tener en cuenta la eficiencia energe9tica del local a certificar. Segfan se indica en el RD 235/2013, se define:“i) Eficiencia energe9tica de un edificio: consumo de energeda, calculado o medido, que se estima necesario para satisfacer la demanda energe9tica del edificio en unas condiciones normales de funcionamiento y ocupacif3n, que incluire1, entre otras cosas, la energeda consumida en calefaccif3n, la refrigeracif3n, la ventilacif3n, la produccif3n de agua caliente sanitaria y la iluminacif3n.”Por otro lado, a la hora de utilizar un procedimiento simplificado para la certificacif3n de la eficiencia energe9tica de edificios existentes, se indica como “es obligatorio un sistema de ACS para poder calificar un edificio de viviendas”. Puede consultar esto a trave9s de los Manuales de Usuario de los documentos reconocidos para la certificacif3n de la eficiencia energe9tica disponible en la pe1gina web del Minetur:Por tanto, para realizar la correcta certificacif3n de la eficiencia energe9tica de los edificios, es necesario la introduccif3n de al menos un sistema de ACS.Otra opcif3n es utilizar el procedimiento general o de referencia Calener, en el cual se pueden tener en cuenta otras consideraciones a la hora de realizar dichos certificados.Esperamos que sirva de ayuda a los Te9cnicos Certificados.Esta informacif3n la hemos extraido de -3Fue fatil la respuesta?

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