Siglato a Riccione l’accordo Fiaip-Confindustria per rafforzare il ruolo del settore immobiliare a livello nazionale
L’accordo promosso da Fiaip e Confindustria – sottolinea il presidente di Fiaip, Paolo Righi – ha lo scopo di sviluppare una maggiore cooperazione tra le due organizzazioni e calare sul territorio attività comuni alle due strutture, assicurando la massima rappresentatività di Fiaip nelle Camere di Commercio e sviluppando sinergie comuni a favore del settore immobiliare.

In questo momento di crisi le associazioni devono fare sistema e l’accordo è un primo passo del mondo dell’associazionismo, che si muove per trovare nuove modalità e favorire i consumatori.
“L’attuale crisi economica e il continuo legiferare sulla nostra professione da parte del Parlamento europeo e del Parlamento italiano – dice Paolo Righi – ci impongono continuamente nuovi obblighi, rendendo sempre più difficile l’esercizio della professione“.
Nel corso della prima giornata dell’assemblea è stato inoltre presentato uno studio sul settore immobiliare in Ue “Regole e Mobilità” dal quale emerge come nel mercato immobiliare sussistano ancora oggi grandi difficoltà per le imprese nell’ottenere permessi per costruire, per sviluppare nuovo business e come pesi il costo della burocrazia, l’accesso al credito, il sistema fiscale. L’Italia continua ad arrancare e perde posizioni. Nel ranking 2011 occupa l’80esimo posto nella classifica, mentre nel 2010 compariva alla 76esima posizione. I fattori più critici del nostro sistema Paese, secondo quanto emerge dallo studio, sono le difficoltà nel pagamento delle imposte, la rigidità del mercato del lavoro, l’inefficacia del sistema giudiziario civile, l’accesso al credito.
Secondo la ricerca, le difficoltà burocratiche e i costi esagerati e la sfiducia sono il panorama che si trova davanti chi vuole avviare una nuova impresa immobiliare in Italia. Dallo studio risulta poi che l’Italia è il Paese dove ci sono più tutele complessive per i consumatori garantite dagli agenti immobiliari professionali negli acquisiti di immobili e minori costi per le famiglie che vogliono investire nel mattone. In Italia sussistono ancora oggi molte rigidità che rallentano l’acquisto di immobili. L’Italia non è il Paese più caro per il costo finale delle transazioni, si trova sotto la Spagna e la Francia, che è al primo posto.
“In questo momento – sottolinea Paolo Righi – constatiamo come l’area euro è tra le più depresse, mentre vediamo crescere l’economia in altri paesi come la Cina, l’India e il Brasile. Crediamo che il Governo italiano debba scommettere sempre più sullo sviluppo degli investimenti per il mercato immobiliare, che storicamente ha sempre portato il nostro Paese fuori dai momenti di crisi“.

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