Regioni: programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile. Orientamenti delle Regioni per la predisposizione dei bandi

 A seguito della sentenza del 5 novembre 2007 del Tar Lazio, resa su ricorso della Regione Umbria, con la quale è stato annullato il D.M. 8 marzo 2006 per “Il completamento del programma innovativo in ambito urbano Contratti di quartiere II”, con il D.M. del 26.03.2008 prot. n. 2295 del Ministero delle Infrastrutture, è stato attivato un programma innovativo in ambito urbano denominato: “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”. Questo programma, da realizzarsi con il concorso e la collaborazione delle Regioni, è finalizzato all’incremento della disponibilità degli alloggi in locazione a canone sostenibile e al miglioramento infrastrutturale di ambiti urbani e quartieri degradati caratterizzati da condizioni di forte disagio abitativo. Il Decreto, è stato accolto con notevole interesse da parte delle Regioni, che hanno tenuto un incontro a Roma, in data 8 aprile 2008, al fine di concordare linee di indirizzo comuni per la realizzazione del programma medesimo. Dal dibattito scaturito sono emerse riflessioni e indicazioni di carattere generale. In primo luogo unanimemente si è ritenuto più opportuno, anziché predisporre un bando unico o un modello di bando “tipo”, fissare alcuni contenuti comuni relativamente a tempi e procedure da rispettare nei bandi regionali, lasciando poi a ciascuna Regione la definizione dei dettagli in funzione di specifiche problematiche ed esigenze del caso. Per cui, fermi restando le caratteristiche, i contenuti edilizi e urbanistici che il D.M. di che trattasi ha sancito come imprescindibili, e che di seguito vengono sinteticamente esposti, si è teso ad indicare delle soluzioni, anche interpretative, su quegli elementi che il Decreto non ha definito nello specifico, ma che si è convenuto debbano essere contenuti in modo omogeneo in tutti i bandi regionali per la realizzazione dei programmi in questione.

Sicet e Sindacati Inquilini chiedono al Governo di cambiare rotta

 Gli articoli 11 e 13 della manovra economica del Governo contengono le misure definite: “Piano casa”. Il Piano prevede la realizzazione di programmi regionali. Di edilizia (cosiddetta) sociale,da attuarsi con accordi di proget-financing tra regioni e privati, definendo : Costituzione di fondi immobiliari destinati alla valorizzazione e all’increment dell’offerta abitativa. Alienazione del patrimonio abitativo pubblico i cui proventi saranno destinati alla costruzione di nuove case popolari; forti premialità in aumento di diritti edificatori; concessione di edificabilità delle aree a standar urbanistico destinato a servizi; utilizzo delle modalità per lo snellimento burocratico previste dalla legge obiettivo. Il SICET e gli altri sindacati degli inquilini hanno fortemente contestato il Piano governativo, specificando che le critiche derivano specificatamente dai seguenti motivi:
1) Non ci sono risorse economiche nuove;
2) Il Piano utilizza stanziamenti per programmi e progetti in fase di realizzazione;
3) Non è rispondente alle esigenze reali dei portatori dei bisogni abitativi;
4) Il provvedimento sfugge le competenze costituzionali esclusive delle regioni e degli enti locali in materia di legislazione urbanistica e di edilizia residenziale pubblica;
5) Così come è scritto il Piano è di difficile realizzazione a causa delle imprecisioni e della mancata regolamentazione degli strumenti operativi (ad esempio dei fondi immobiliari).
In pratica il ministro Tremonti cerca di mantenere inalterata la sua fama di inventore della finanza creativa e ci propina una scopiazzatura disordinata di programmi regionali, in particolare della Lombardia, con l’obiettivo dichiarato di marcare una qualche differenza col precedente Governo. La questione delle risorse è il problema centrale.

Box auto, sì al 36% anche senza preliminare registrato

 E’ sufficiente l’accettazione, da parte del consiglio di amministrazione della cooperativa, della richiesta di assegnazione del bene per provare la sussistenza del vincolo pertinenziale. Ammesso il beneficio della detrazione d’imposta del 36% sull’acquisto, da parte dei soci di cooperative edilizie, di box e posti auto pertinenziali anche in assenza di un compromesso di vendita regolarmente registrato. E’ sufficiente infatti che il verbale di accettazione, da parte del Consiglio di amministrazione, della richiesta di assegnazione del bene sia trascritto nel libro delle adunanze e delle deliberazioni, perché i soci della cooperativa edilizia possano fruire dell’agevolazione fiscale sugli acconti pagati con bonifico. Questo, in sintesi, il contenuto della risoluzione n. 282/E del 7 luglio 2008, in risposta alla richiesta di chiarimenti sul diritto alla detrazione Irpef per l’acquisto di box e posti auto pertinenziali realizzati dalle cooperative edilizie (articolo 1, legge 449/1997). L’Agenzia rileva in via preliminare che, come specificato nella circolare 55/2002, nel caso in cui l’atto di acquisto sia stipulato successivamente al versamento di acconti, è riconosciuta la detrazione in relazione ai pagamenti versati con bonifico – fino a concorrenza del costo di costruzione del box dichiarato dal costruttore – a condizione che vi sia una regolare registrazione del compromesso di vendita, in quanto è necessario comprovare il vincolo pertinenziale tra abitazione e box (vedi anche risoluzione 38/2008).

Cessioni immobiliari, il vecchio atto segue la vecchia disciplina

 Fermi i limiti alla rettifica previsti dalle norme ante decreto Visco-Bersani per le passate compravendite prive di esplicita richiesta del “prezzo-valore”. I limiti all’accertamento di valore previsti dal Testo unico del Registro (Tur) restano validi per gli atti stipulati, senza espressa opzione per l’applicazione del criterio “prezzo-valore”, prima del 12 agosto 2006, data di entrata in vigore della legge di conversione del Dl “Visco-Bersani”. Questo, in estrema sintesi, il chiarimento fornito dalle Entrate, con la risoluzione n. 285/E del 7 luglio 2008, a un consiglio notarile, relativamente ad alcuni atti di cessione di immobili abitativi stipulati tra gennaio e luglio 2006, il cui valore è stato sottoposto a rettifica benché non inferiore a quello catastale. In particolare, nel documento è ricordato che, sulla base di quanto previsto dall’articolo 52, comma 4 del Tur, non è sottoposto a rettifica, tra l’altro, il valore o il corrispettivo dei fabbricati, iscritti in catasto con attribuzione di rendita, dichiarato in misura non inferiore a cento volte il reddito catastale, aggiornato con i coefficienti stabiliti per le imposte sul reddito. Prima delle novità introdotte dal “Visco-Bersani” (Dl 223/2006), dunque, il potere di rettifica del valore degli immobili – come anche dei diritti reali sugli stessi – non poteva essere esercitato se il valore dichiarato fosse almeno pari al valore catastale, moltiplicato per i coefficienti previsti.

Regioni: maggiore qualita’ urbana e ambientale per il turismo in Italia

 In un documento approvato il 3 luglio in materia di turismo la Conferenza delle Regioni afferma “la necessità di promuovere, attraverso un’intesa tra Stato, Regioni ed Imprese, un “Piano strategico” del turismo italiano entro il 2008. Tale Piano dovrà individuare i mercati obiettivo e le azioni da compiere per incontrare la domanda turistica, formare un budget da investire attraverso l’ENIT; di seguito le singole Regioni decideranno su quali di essi aggiungere risorse proprie. A quel punto i privati avranno a disposizione un contesto chiaro per decidere dove e come svolgere azioni di promo-commercializzazione per gruppi, sistemi, club di prodotto e aggregazioni analoghe. E’ necessario porre la massima attenzione sulla qualità, a partire da quella urbana e ambientale. Rilevatissima è anche la qualità ricettiva che, usando la leva fiscale e gli strumenti urbanistici, deve essere migliorata attraverso l’adeguamento delle imprese e la loro dotazione di servizi. In questo contesto vanno armonizzate le aliquote IVA e vanno rimessi in azione gli strumenti legislativi necessari a favorire la capitalizzazione delle imprese, sostenere il passaggio dall’affitto alla proprietà, scoraggiare il passaggio al patrimonio immobiliare delle risorse strutturali del turismo.

Società immobiliari, estromissione agevolata solo per gli immobili strumentali per natura

 Gli immobili strumentali per natura che, dopo aver subito trasformazioni radicali, per il catasto diventano abitazioni, non possono essere estromessi dal patrimonio dell’impresa immobiliare. Il principio, chiarito dalla risoluzione n. 280/E del 4 luglio 2008, vale anche quando i beni fanno parte di un complesso edilizio più vasto che include altri locali accatastati come laboratori per arti e mestieri. Solo questi ultimi rientrano nella procedura di estromissione agevolata, per la quale è richiesto il versamento di un’imposta sostitutiva pari al 10% della differenza tra il valore normale dei beni e il loro valore fiscalmente rilevante. Questo viene calcolato suddividendo per ciascuna particella il corrispettivo pagato complessivamente in misura proporzionale alle rendite catastali assegnate a ciascuna particella. Il valore che risulta da questa proporzione deve essere diminuito delle relative quote di ammortamento già dedotte fino al periodo d’imposta 2007. All’imposta sostitutiva così determinata bisogna inoltre aggiungere un importo pari al 30% dell’Iva applicabile al valore normale del bene.

Indagine Tecnoborsa 2008: Le famiglie e il mercato immobiliare

 Oggi l’Italia si trova ad affrontare un nuovo ciclo immobiliare, dopo la crescita proliferante registrata dal 1998 al 2007. Come già rilevato da Tecnoborsa con la precedente Indagine 2007, è proprio a partire dalle sei grandi città italiane che sono giunti i primi segnali di crisi del mercato. Infatti, andando ad analizzare le compravendite, è emerso che solo il 4,2% delle famiglie intervistate ha acquistato un immobile nel biennio 2006-2007, con un calo dello 0,5% rispetto all’Indagine 2006 e addirittura del 2,2% rispetto al 2004. Inoltre, si compra casa prevalentemente per necessità e ciò è dovuto sia ai costi elevati delle case, sia alla crescita dei tassi d’interesse. C’è da notare che, rispetto all’Indagine 2006, è salita di ben 34,3 punti la percentuale di chi ha tenuto conto del prezzo, motivazione che è passata dal secondo al primo posto. Molto probabilmente, proprio per questo motivo, la tipologia di abitazione più scelta è quella abitabile, che è passata dall’ultimo al primo posto. Quindi, le famiglie, pur di spendere meno sono disposte ad accontentarsi di soluzioni meno soddisfacenti di una casa nuova o già ristrutturata. Questo risultato è confermato anche dal fatto che, seppure il 70% circa degli italiani continua ad essere molto o abbastanza soddisfatto del bene acquistato, tuttavia, non si può ignorare che esiste un 30% di scarsa o nulla soddisfazione, che non rappresenta certo una quota marginale, anche perché nel 2006 il livello di soddisfazione era al 90%.

BCE: se si confermerà il tasso di sconto proposto dal Governatore, le ricadute per le famiglie saranno pesantissime

 Aumenteranno non solo le rate dei mutui a tasso variabile, ma anche i costi diretti ed indiretti determinati dal caro petrolio. Se verrà confermata la testardaggine del Governatore Trichet sull’aumento del tasso di sconto, ci saranno ricadute negative sull’economia, ma, soprattutto sulle famiglie che hanno contratto mutui a tasso variabile. Queste ultime, infatti, sono già state penalizzate due volte: la prima in occasione del passaggio del tasso di sconto dal 2 al 4 %, operazione che ha causato aumenti di 170-180 € al mese; la seconda dovuta alla crisi dei Subprime americani che, producendo un Euribor intorno al 5%, ha aumentato ulteriormente la rata di 25 € al mese. In aggiunta a ciò, se la decisione di oggi comporterà altri 0,25 punti di aumento sul tasso di sconto, si verificherà un ulteriore aumento di 15-20 € in più, facendo così ammontare il totale dei rincari a 210-225 € al mese.

Anama: sintesi del progetto Italia Russia

 Il mercato italiano risulta di estremo interesse per gli investitori russi. Lo testimoniano gli innumerevoli incontri d’affari organizzati in questi mesi da molte agenzie immobiliari italiane. Per gestire con competenza e professionalità il fenomeno l’ANAMA ha promosso la nascita di un gruppo autonomo di imprese che, guidate da un preciso regolamento interno ed un codice deontologico, si rapporti con gli investitori russi per offrire opportunità immobiliari di valore in Italia. Ecco quindi la nascita di “Italia Russia Network” il primo raggruppamento d’imprese immobiliari selezionato per garantire il servizio di intermediazione immobiliare in Italia. L’ANAMA dal canto suo si è adoperata per stipulare accordi istituzionali con l’intento di contribuire alla trasparenza dei contatti ed alla tutela dei propri iscritti.

Grosseto: acquisto a costo agevolato dopo 5 anni

 Ventidue appartamenti in affitto, con la previsione di acquisto a costo agevolato dopo cinque anni, disponibili al Casalone. Gli alloggi sono stati realizzati dal consorzio cooperative Acli di Arezzo e sono situati ai numeri civici 13 e 15 di via Eduardo de Filippo. I beneficiari saranno scelti sulla base di un bando pubblicato dal Comune: possono partecipare le famiglie residenti a Grosseto o che hanno almeno un componente che lavora nel territorio comunale. Le domande devono essere consegnate entro il 25 luglio. Il bando e i moduli per partecipare sono reperibili sul sito internet del Comune (www.comune.grosseto.it) oltre che all’Ufficio Patrimonio in piazza della Palma (al quarto piano). La documentazione da presentare è stata quanto più possibile ridotta e semplificata, con poche autocertificazioni e allegati. Per fare domanda è indispensabile aver dichiarato nel 2007 un reddito – calcolato con gli abbattimenti previsti dalla legge 457/78 – compreso fra 18.356 e 40.051,24 euro. Una limitazione resa necessaria dal fatto che gli alloggi, pur rientrando nell’edilizia libera, sono comunque stati costruiti dalle Acli nell’ambito di un programma concordato con Comune e Ministero dei Lavori Pubblici. I criteri per l’accesso e per l’assegnazione, quindi, si rifanno alle norme nazionali, regionali e comunali che disciplinano l’edilizia residenziale pubblica.