Mutui Casa continua la crescita dei tassi d`interesse

 Continuano a crescere i tassi d’interesse per i mutui e sembra che tutta la struttura dei finanziamenti si sia gonfiata. La politica monetaria della BCE ha portato i tassi al 4,25% con le attuali conseguenze. Questo è il dato del Bollettino mensile dell`Abi. Ad agosto, i tassi sui prestiti alle famiglie per l`acquisto di abitazioni sono saliti al 5,96%, contro il 5,92% di luglio ed il 5,84% di giugno. Un livello che li riporta ai massimi dell`agosto 2002, confermando l`ascesa continua dei tassi di interesse, che ritoccano per il quinto mese consecutivo i massimi fatti segnare sei anni fa. Anche i tassi di interesse sui prestiti complessivi (oltre ai mutui anche i prestiti alle societa` non finanziarie) in agosto sono saliti al 6,43 contro il 6,40% fatto segnare nel luglio scorso e 55 punti base al di sopra del valore di agosto 2007. Va ricordato comunque che il tasso sui mutui (che sintetizza l`andamento dei tassi fissi e variabili ed e` influenzato dalla variazione della composizione fra le erogazioni a tasso fisso e variabile) e` un valore nominale, che non tiene quindi conto dalla dinamica dei prezzi. Tale valore, se depurato dall`inflazione, mostra un miglioramento rispetto alla situazione del 2002: al netto dell`inflazione, ad agosto pari al 4,1%, il tasso reale sarebbe infatti ampiamente sotto il 2%, contro il 3% del 2002. Rallenta intanto la crescita degli impieghi delle banche italiane, in linea con un ciclo economico che nel secondo trimestre dell`anno si e` molto indebolito (le ultime stime del Fondo monetario parlano di crescita zero per l`Italia, per quest`anno e l`anno prossimo).

Crack Lehman: previsioni e illusioni

 CRACK LEHMAN: euribor (5%) ai massimi da 7 anni, avrà ricadute di 180 euro l’anno per 3,2 milioni di famiglie indebitate a tasso variabile per precise responsabilità delle banche. DA LUGLIO 2007 AD OGGI, BRUCIATI SUI MERCATI MONDIALI TRA I 6.000 E GLI 8.000 MILIARDI DI DOLLARI (IN ITALIA TRA 600 ED 800 MILIARDI). La tempesta continuerà con l’esplosione di derivati da carta straccia emessi con collusione banche centrali. Mentre i banchieri centrali, corresponsabili dello tsunami finanziario almeno per collusione ed omessa vigilanza con le grandi banche di affari e le agenzie di rating, continuano a nascondere la testa sotto la sabbia (il Governatore Draghi ha impiegato soltanto un anno per capire !), negando l’evidenza della crisi e le concrete ricadute sui mercati e sui risparmiatori-investitori-debitori e mutuatari (come ha vergognosamente affermato ancora ieri la Banca d’Italia),il tasso interbancario denominato in euro sulla scadenza a tre mesi, al quale è legato il 99 per cento dei mutui indicizzati (3,2 milioni su 3,5 costretti a sottoscrivere tassi variabili in Italia), è risalito al 4,97%, secondo quanto comunicato dall’European Banking Federation, riportandosi sui massimi da circa sette anni. Nonostante la Bce continui ad iniettare sul mercato monetario miliardi di euro (ancora oggi 70 miliardi di euro, per allentare le tensioni legate dal crack di Lehman Brothers,oltre all’operazione straordinaria di ieri con la quale sono stati immessi nel sistema 30 miliardi di euro), le ricadute della crisi innescata dai sub-prime, forse ancor più grave di quella del 1929, (allora per assenza di globalizzazione), continuerà per anni ad avere i suoi effetti sui mercati e sulle famiglie investitrici e debitrici, le prime colpite dalla caduta verticale delle quotazioni di azioni,obbligazioni fondi e risparmio gestito, le seconde dall’aumento dei tassi BCE, già pagate finora da 3,2 milioni di mutuatari italiani, il 55% in più delle rate dei mutui, per un controvalore di 3.000 euro in più a famiglia, quindi di 9,6 miliardi di euro.

Federconsumatori: dichiarazioni del presidente Trefiletti al Governatore della BCE

Inflazione le dichiarazionui di Trichet aberranti!.Cosa si aspetta a prendere posizione contro intenzioni medievali della BCE. Avevamo intuito- dichiara Rosario Trefiletti Presidente Federconsumatori- che Trichet, Governatore della BCE, aveva come

Mutui: è operativo l’accordo Abi- tesoro

Oltre un milione di mutuatari  riceveranno nelle prossime settimane la lettera informativa in virtù dell’accordo Abi-Tesoro. Le banche hanno avuto come limite il 29 agosto 2008 per attuare le procedure di invio degli avvisi a tutti i clienti che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile prima del 29 maggio 2008, sull’opportunità prevista dall’accordo tra l’Abi e il Ministero del Tesoro stipulato il 19 giugno scorso (in attuazione di quanto stabilito dal decreto legge 93/2008) e i mutuari hanno tre mesi di tempo per decidere se aderire. L’intesa consente il congelamento del valore delle rate, prolungando però la durata del prestito. C’è la possibilità di usufruire della rinegoziazione anche per chi non ha pagato le rate del mutuo (alla data del 28 maggio), purchè nel frattempo il contratto stesso non sia stato risolto. La rinegoziazione dei mutui da tasso variabile a tasso fisso, che avverrà sulla media dei tassi del 2006, sarà possibile per i contratti stipulati prima del 29 maggio scorso, data di entrata il vigore del decreto legge, e le nuove rate partiranno dal 2009. L’intesa tra il Tesoro e l’Associazione bancaria italiana indica la riduzione dell’importo delle rate a partire quanto meno dal terzo mese successivo al mese di comunicazione dell’accettazione della proposta medesima, relativamente alle rate del mutuo in scadenza successivamente al primo gennaio 2009.

L’impatto dell’immobiliare sulla finanziarizzazione

 Dallo studio sulla finanza immobiliare, condotto per la prima volta dall’Istituto bolognese di ricerca economica, sono emersi risultati sintetizzabili in termini di aumento dell’occupazione diretta e indotta e di peso economico dell’immobiliare rispetto al resto dell’economia. Inoltre, la ricerca fornisce i dati più recenti relativi ai singoli comparti nei quali la finanza immobiliare può essere articolata: mutui, leasing, società quotate, fondi immobiliari, project financing e finanza per il territorio. Infine, vengono resi noti i risultati dell’indagine su un campione di 2.000 famiglie italiane, mirata a studiare i motivi che spingono all’investimento immobiliare, sia diretto, principalmente volto alla casa, sia indiretto, volto quindi a titoli di società o fondi immobiliari. L’immobiliare ha generalmente un basso impatto sull’economia, se confrontato agli altri settori, ma nel periodo 1995-2007 è aumentato in maniera consistente (+5,9%) e, nella graduatoria dei 59 settori economici, si colloca al 25° posto. Inoltre, distinguendo l’impatto interno e quello esterno al settore, è soprattutto quello esterno che cresce, ovvero l’immobiliare diviene molto più intercorrelato agli altri settori e particolarmente a quelli finanziari. Il suo impatto (1995-2007) cresce quindi in modo molto forte sui settori finanziari, mentre cala relativamente alle costruzioni. L’incremento di domanda in termini di produzione e di valore aggiunto attivati dal settore (anni 1995-2007) è circa doppio rispetto a quello dell’economia nel suo complesso: la produzione attivata infatti è cresciuta del 65,5%,contro il 32,1% dell’economia; allo stesso modo, il valore aggiunto attivato sull’intera economia è aumentato del 59,2%, contro il +23,6% del totale economia.