Le Regioni premono l’ acceleratore sugli ampliamenti. Ammessi in alcuni casi interi condomini senza distinzioni o limiti di metratura. Non è più soltanto un piano casa quello che sta prendendo forma attraverso le leggi regionali. E neanche il “piano delle villette” di Berlusconi.
Le Regioni hanno interpretato con grande libertà e autonomia l’ intesa raggiunta con il governo il 1° aprile sul rilancio dell’ edilizia attraverso i lavori di ampliamento, demolizione e ricostruzione. E hanno ammesso ai lavori non solo le villette uni o bifamiliari, ma in qualche caso tutti i condomini, senza distinzione né limiti di metratura. È il caso ad esempio della Sicilia (Regione che gode di totale autonomia in materia) e del Veneto, che con il proprio disegno di legge aveva preceduto l’iniziativa del governo.
I piani regionali, poi, non si fermano alla casa. A parte la rigida Toscana – l’ unica ad avere già una legge – più o meno ovunque nelle altre sei realtà che hanno varato un disegno di legge sarà consentito allargare del 20% anche immobili che, oltre alle abitazioni, contengono qualche ufficio o negozio (ad esempio in Campania, Piemonte e Umbria).
Proprio l’ Umbria ammette anche interventi su capannoni industriali e artigianali, ma dentro un più ampio piano attuativo. Senza dimenticare che la demolizione e ricostruzione di capannoni e stabilimenti è un caposaldo anche del progetto veneto.
Gli interventi, secondo l’ intesa, dovranno servire anche a migliorare l’ efficienza energetica del patrimonio edilizio. I requisiti richiesti, però, sono molto diversi da una Regione all’ altra. Per ampliare una villetta in Piemonte, ad esempio, bisognerà ridurre del 40% il fabbisogno annuo di energia primaria dell’ edificio. In Lombardia, invece, basterà un taglio del 10% sui consumi del riscaldamento, mentre Veneto e Sicilia non chiedono requisiti particolari.
Silvio Berlusconi si è detto soddisfatto per le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles. E’ stato “un buon Consiglio” e abbiamo fatto “un buon lavoro” ha commentato al termine del summit. In particolare, ha funzionato il feeling con il presidente francese e presidente di turno dell’Ue: “Con Sarkozy lavoriamo benissimo insieme e questa è una cosa stupenda”, ha spiegato Berlusconi. Il Consiglio europeo ha ribadito l’invito alla Bei per sostenere “la realizzazione delle infrastrutture, la copertura e le garanzie anche per la gestione dei crediti forniti dalle banche per i progetti di singole imprese”. A sottolinearlo è stato il presidente del Consiglio commentando la strategia Ue per affrontare la crisi finanziaria. Il premier, affiancato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ha dunque ricordato che la linea di credito della Bei per le pmi ammonta a circa 30-40 miliardi, di cui il 15-20% per le aziende italiane.
“Voglio ribadire che gli italiani possono stare tranquilli. Il sistema bancario italiano non solo e’ assistito dalle piu’ forti tutele mutualistiche tra tutte le banche, ma a queste si aggiunge anche la garanzia del Tesoro, ovvero la garanzia dello Stato. Quindi non c’e’ alcuna preoccupazione, e gli italiani non si devono neppure la domanda ’ma devo andare in banca a ritirare i miei risparmi o il mio libretto di deposito?’. Non credo che il materasso possa essere una cassaforte migliore di quella del sistema bancario. Questo lo diciamo con totale serenita’ e con assoluta convinzione.” Lo ha affermato Silvio Berlusconi che ha osservato: