L’ industria europea degli elettrodomestici ha impegnato enormi risorse nell’ innovazione ecologica dei prodotti: 15 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 5 miliardi di euro da parte delle aziende in Italia. Il contributo è stato riconosciuto dalla Commissione Europea come il più importante nella UE al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
Grazie alla sempre migliore efficienza energetica, i soli grandi elettrodomestici hanno fatto finora risparmiare 34 TWh di elettricità tagliando di 17 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 dalle centrali di generazione. Questo il punto di partenza del convegno, organizzato giovedì 29 ottobre da Confindustria Ceced Italia: Elettrodomestici: una corsa continua verso l’ efficienza nell’ ambito di Key Energy alla Fiera di Rimini.
Confindustria Ceced Italia è l’ associazione confindustriale dei produttori di apparecchi domestici e professionali in Italia. Il settore conta circa 130.000 addetti diretti e indiretti, ha un fatturato di oltre 15 miliardi di euro, è il secondo maggior comparto industriale italiano, il primo esportatore ed è leader europeo nei grandi elettrodomestici e leader mondiale nelle cappe e nelle apparecchiature professionali.
L’esigenza di un maggior ricorso al carbone pulito e di nuove tecnologie per ridurne le emissioni climalteranti nell’opinione di Alberto Morselli, segretario generale Filcem-CGIL. I principali sindacati del settore elettrico hanno più volte manifestato il proprio sostegno per la conversione a carbone pulito di alcune grandi centrali italiane. Ad esempio, nel caso di Porto Tolle, un recente comunicato congiunto della Filcem-CGIL, Flaei-CISL e UILcem, ha esplicitamente affermato che « produrre energia riducendo i costi della bolletta elettrica per le famiglie e per il sistema produttivo in tempi relativamente brevi è possibile» e che «la conversione a carbone pulito è una risposta puntuale e sostenibile allo sviluppo di Porto Tolle e dell’intero Delta del Po». Che l’Italia sia eccessivamente dipendente dal petrolio e che si debba diversificare con urgenza il mix di generazione è ben noto. Come pure che occorra uno sforzo eccezionale per ridurre le emissioni nazionali di CO2 nel quadro degli impegni presi a livello europeo. Ma perché i sindacati ritengono che il ricorso alle fonti rinnovabili, per quanto importante, non sia sufficiente e che occorra un maggior ricorso anche al carbone?
Si rafforza la collaborazione con il Massachussetts Institute of Technology, con lo sviluppo congiunto di tecnologie innovative per la produzione di energia elettrica a bassissimo impatto ambientale e senza emissioni di anidride carbonica, con progetti all’avanguardia su solare, geotermia e carbone pulito.