Social Housing. Formigoni: un patto regionale per nuove opportunità

 Un patto regionale per la casa che, nel rispetto delle competenze di ciascuno dei soggetti cui sarà proposto (Comuni, Aler, cooperative, imprese e sindacati), metta a sistema strategie condivise per offrire nuove possibilità di alloggi a prezzo calmierato. Lo ha proposto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, chiudendo i lavori del convegno “Housing sociale: innovazioni necessarie e prospettive possibili in Lombardia”, cui ha partecipato anche l’ assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti.

Un’ idea che nasce dalla constatazione che il solo intervento legislativo non è più sufficiente per risolvere il problema casa che, complice il perdurante momento di crisi, sta assumendo dimensioni importanti arrivando a coinvolgere talvolta anche quel ceto medio che, invece, si immaginava potesse esserne al riparo.

“La collaborazione costante tra le istituzioni e tutti i soggetti interessati – ha detto Formigoni – ci consentirà di sperimentare nuove forme di politica per la casa. Per questo auspico si possa arrivare presto a una sorta di patto che metta a sistema alcune strategie condivise”.

Nuova proroga degli sfratti all’ orizzonte? Anci e Confedilizia contrapposte

 “Un emendamento al decreto Milleproroghe prevede la proroga degli sfratti al 30 giugno prossimo. Si tratta di un emendamento parlamentare che il governo condivide e sui cui esprimerà parere favorevole, anche nelle more dell’ avvio del Piano casa che ieri ha fatto un decisivo passo in avanti con l’ approvazione del regolamento dei fondi immobiliari su cui si basa l’ operazione. Auspico pertanto che il Parlamento lo approvi”. Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. Nei giorni scorsi la richiesta di una ulteriore proroga degli sfratti era stata avanzata dalla Consulta Casa dell’ ANCI, che si è riunita nel pomeriggio a Parma.

“Una richiesta – ha sottolineato Roberto Tricarico, Assessore del Comune di Torino e coordinatore della Consulta – che avanzeremo al Governo e che nasce dalla impossibilità di fronteggiare una situazione che la crisi finanziaria internazionale ha reso ancora più problematica. Le difficoltà per le famiglie crescono e aumenta anche il peso che gli affitti occupano all’ interno dei bilanci familiari. È quindi facile prevedere che gli sfratti per morosità aumenteranno, mentre i Comuni si trovano privi delle risorse per rispondere alla sempre crescente emergenza abitativa“.

Il mercato immobiliare nel secondo semestre 2009: all’ esame di Nomisma case, negozi e uffici. Tempi di vendita e locazione

 È stata presentato a fine novembre dal noto Istituto bolognese Nomisma il periodico Osservatorio sul Mercato Immobiliare, che ha messo in luce un miglioramento delle aspettative, sebbene i fondamentali siano ancora deboli. Come, in maniera analitica, si evidenzia qui di seguito.

Calano nel 2009 i valori delle case, dei negozi e degli uffici, con prezzi che, nelle tredici grandi aree urbane monitorate, registrano le seguenti performance annue: -4,1% per le case, -3,9% per gli uffici e -3,2% per le attività, con una riduzione più contenuta nel secondo semestre rispetto al primo.

I tempi di vendita e di locazione degli immobili continuano ad aumentare: per vendere un appartamento occorrono circa sei mesi per alienare, per un immobile industriale il tempo medio richiesto è di oltre nove mesi. In controtendenza, gli appartamenti da affittare che, come sempre, vengono gestiti in breve tempo. La forbice fra domanda e offerta, in fase di trattativa, si amplia sempre maggiormente e raggiunge il 13% di media.

Focus sul mattone quotato. Osservatorio sul mercato immobiliare. 3° Rapporto 2009 Nomisma

 Il settore dei fondi immobiliari quotati prova a risalire la china, dopo la batosta subita nel 2008, quando il divario tra quotazioni e Nav aveva raggiunto, in media, addirittura il 42,9%. La robusta ripresa degli impieghi
azionari, iniziata a febbraio 2009, ha sicuramente dato linfa al comparto, che tuttavia fatica a riportarsi sui livelli pre crisi

Tralasciati gli eccessi che hanno caratterizzato la stagione delle Opa, quando sembrava venuto improvvisamente meno il problema dimensionale dei veicoli e di informazione del mercato, il settore si è sempre mantenuto su livelli di sconto rispetto ai riferimenti di bilancio decisamente più contenuti degli attuali. Pur essendo prossima la scadenza delle iniziative, che nelle opinioni iniziali avrebbe dovuto garantire il progressivo contenimento della forbice, sembra accresciuto il margine di prudenza con cui gli investitori, in genere, valutano i fondi immobiliari.

A pesare negativamente sulla quotazione di Borsa, concorrono senza dubbio molteplici fattori, tra cui la rigidità del valore dei portafogli immobiliari dei fondi, a dispetto dell’ evoluzione fortemente negativa del mercato corporate, appare la più rilevante. Al proposito è possibile rilevare come a fronte del crollo dei livelli di attività e alla flessione dei prezzi (comprovati dalla riduzione dei canoni e dall’ aumento dei profitti) la contrazione del valore degli immobili dei fondi certificata da IPD (con riferimento ad un campione significativo di fondi non solo quotati) non vada oltre l’ 1,6%.

La sostanziale tenuta degli investimenti immobiliari, di gran lunga superiore alle attese, ha fatto sì che l’ industria ritornasse, dopo un solo semestre, su livelli di performance totale positivi (considerando anche la componente da locazione) e i veicoli quotati limitassero all’ 1,7% le perdite, rispetto al semestre precedente.

Il ruolo e il contributo dei fondi immobiliari al rilancio dei mercati

 L’ Istituto di Ricerca indipendente Scenari Immobiliari ha presentato a Roma, giovedì 20 novembre, un aggiornamento del Rapporto Fondi Immobiliari 2009, lavoro diviso in due parti: la prima, intitolata “Fondi Immobiliari e Reits in Europa e nel resto del mondo”, curata dalla dottoressa Paola Gianasso; la seconda denominata “I fondi immobiliari in Italia”, curata dallo Studio Casadei.

L’ evento, molto atteso in un anno di crisi economica internazionale, ha evidenziato che, nell’ anno che sta per finire, i fondi immobiliari europei hanno subito una flessione del 3% del proprio patrimonio netto, e una media di rendimento pari al 2,2%. In tale speciale classifica, il nostro Paese segnala, in positivo, sia il dato riguardante il patrimonio netto, cresciuto del 17% rispetto al 2008, sia quello concernente il rendimento, con una percentuale del 3,2%, molto superiore alla media europea che si attesta al 2,2%.

A livello di Europa la situazione registra marcate e importanti differenze fra i vari stati: per i fondi immobiliari anglosassoni e tedeschi la flessione è rispettivamente stata del 17% e del 14%, i fondi svizzeri registrano addirittura un trend positivo, mentre quelli francesi sono pressoché stabili (-0,6%). Quanto all’ asset allocation in Europa il 72,5% è diviso fra destinazione uffici e commerciale, mentre tale percentuale, a livello mondiale, scende al 58,5%.

1° Rapporto immobiliare 2009 Nomisma. Il mattone quotato. I fondi immobiliari

 Dall’ introduzione dei fondi immobiliari in Italia ad oggi sono passati ormai 10 anni. È, infatti, il 1999 l’ anno di effettiva ripartenza, in correlazione ad una vera e propria riforma del quadro regolamentare del settore. Nel decennio, numerosi sono stati gli interventi normativi che hanno interessato tali strumenti di investimento, determinandone l’ evoluzione nel tempo.

Tra quelli di maggiore rilievo si segnalano le riforme che hanno riguardato l’ introduzione dei veicoli ad apporto privato, l’ attenuazione della forma chiusa dei fondi, attraverso la possibilità di ottenere il rimborso anticipato delle quote a valori di bilancio, la recente rimodulazione della normativa tributaria finalizzata ad impedire la proliferazione delle iniziative elusive e la sostanziale equiparazione tra le SIIQ e i fondi immobiliari in materia di fiscalità.

I provvedimenti normativi, associati alle difficoltà di mercato retail, hanno indotto le SGR ad una netta scelta di campo in favore dei prodotti riservati. I fondi rivolti ai piccoli investitori, che fino al 2003 costituivano la principale opzione all’ interno del mercato, hanno infatti destato sempre minor interesse, nel corso del tempo, e oggi rappresentano una quota largamente minoritaria del settore. Il numero di fondi riservati, invece,è cresciuto costantemente fino a costituire circa l’ 88% dell’ offerta disponibile.

Una radicale trasformazione si è avuta anche per la modalità di costituzione dei fondi. I fondi ad apporto sono arrivati a rappresentare circa l’ 83% del mercato rispetto ai fondi ordinari che, almeno in principio, rappresentavano l’ unica soluzione per le iniziative che non prevedevano la valorizzazione di immobili pubblici. Si stima che i fondi riservati autorizzati siano 200, di cui 182 costituiti tramite l’ apporto di immobili.

I fondi immobiliari in Italia e all’ estero: IX Rapporto 2009 Scenari Immobiliari

 È stato presentato lo scorso 17 giugno a Milano da Scenari Immobiliari il nono Rapporto 2009 Fondi Immobiliari in Italia e all’ estero. Lo studio è stato condotto in collaborazione con lo Studio Casadei, che ha registrato un andamento competitivo dei fondi immobiliari a livello europeo, in uno scenario economico di grande difficoltà, con un calo della performance media al 3,7% (rispetto all’ anno precedente dove il rendimento era del 4,3%) e chiusura 2008 con 811 fondi operativi (280 quotati e 531 non quotati) e un patrimonio complessivo nel Vecchio Continente di 605 miliardi di euro (il dato a livello mondiale è pari a 1.300 miliardi di euro).

A livello europeo (sono stati analizzati i principali otto paesi), la composizione percentuale del patrimonio dei fondi immobiliari è divisa fra uffici (38,2%) e commerciale (34,3%), mentre al terzo posto troviamo la destinazione industriale (11,3%) che supera di un paio di punti percentuali circa il residenziale (9,7%).

A questo proposito, si segnala che l’ aumento dei centri integrati, composti da uffici, spazi commerciali e qualche residenza, ma che vengono contabilizzati sotto una unica voce, può leggermente alterare il dato sopra riportato, sebbene di poco. Da segnalare, inoltre, che, dal punto di vista geografico, si registra un calo degli investimenti negli Stati Uniti, in Russia e in alcuni paesi asiatici, mentre sono in crescita gli acquisti nell’ambito dell’ Unione Europea.

Concentrando, invece, l’ attenzione sull’ industria dei fondi immobiliari italiani, il dato più interessante da evidenziare sono le performance positive che superano le più ottimistiche previsioni, con un patrimonio dei fondi immobiliari di 34,7 miliardi di euro per circa 20 milioni di mq e una crescita del 1.100 per cento in dieci anni.

Edilizia. Formigoni: piano lombardo già pronto al varo

 Il piano lombardo per l’ edilizia sarà varato nella prima seduta della Giunta regionale successiva all’ emanazione del Decreto legge del Governo, che avverrà, secondo quanto annunciato ieri, entro 10 giorni. Lo ha reso noto il presidente Roberto Formigoni che, in una conferenza stampa insieme all’ assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, ha espresso soddisfazione per l’ accordo raggiunto tra Governo e Regioni.

Seminario Federcasa: “Nel Piano come Aziende Casa. Con nuovi strumenti per nuove missioni”

 Ancona, 22 aprile 2009
Sede Regione Marche
Palazzo Li Madou
Via Gentile da Fabriano, 2 / 4
In collaborazione con ERAP Ancona
Coordinamento ERAP Marche

Le trasformazioni in atto nella nostra società impongono una revisione degli strumenti operativi tradizionali e, in particolare, per quanto riguarda la casa occorre rivedere e aggiornare gli strumenti a disposizione degli operatori pubblici per consentire alle Aziende Casa e agli IACP di affrontare la sfida del “Piano nazionale di edilizia abitativa”.

Tra modifiche e regimi speciali, i cambiamenti introdotti dal Dl 112

 Le modifiche apportate alla disciplina fiscale dei fondi immobiliari, ossia quei fondi che investono il proprio patrimonio esclusivamente o prevalentemente in beni immobili, in diritti reali immobiliari e in partecipazioni in società immobiliari, a opera della manovra d’estate (Dl 112/2008). E’ questo l’oggetto della circolare n. 61/E del 3 novembre, documento con il quale l’agenzia delle Entrate ha commentato, in un quadro d’insieme, le novità normative. E’ stato, innanzitutto, innalzato dal 12,50 al 20% l’aliquota della ritenuta alla fonte applicabile sui redditi di capitale derivanti dalla partecipazione ai fondi di investimento immobiliare. Si tratta, in particolare, dei proventi periodici erogati dal fondo in costanza di partecipazione e delle somme o del valore normale dei beni distribuiti in sede di riscatto o di liquidazione. Il Dl ha, inoltre, introdotto un regime speciale – rispetto a quello previsto per la generalità dei fondi immobiliari – applicabile ai fondi per i quali i regolamenti di gestione non prevedono la quotazione dei certificati partecipativi in mercati regolamentati italiani o esteri, che abbiano un patrimonio inferiore a 400 milioni di euro. Il regime speciale consiste nell’applicazione di un’imposta patrimoniale dell’1% del valore netto del patrimonio del fondo, che si aggiunge alla ritenuta alla fonte sui proventi distribuiti ai partecipanti.

Ance: fondazioni bancarie pronte per il “Piano casa”

 Deliberazione Acri in vista dei fondi immobiliari, bonus affitto, ok a 205 milioni.
A meno di improbabili e clamorose accelerazioni dell`ultima ora sembra difficile che il piano casa possa tagliare il traguardo prima della scadenza ‘naturale’ del prossimo 20 ottobre. Ovviamente, non scatta nessuna multa o sanzione, ma certamente slittano, di conseguenza, le fasi attuative del programma abitativo previsto dalla manovra estiva. Il confronto tra Governo e Regioni, nella cornice del promesso tavolo istituzionale ad hoc, non e`mai partito. La scorsa settimana e`saltato l`incontro `tecnico`prima convocato successivamente`sconvocato’ dal ministro per gli Affari comunitari, Raffaele Fitto. Gli Enti territoriali non vogliono infatti sedersi a un tavolo tecnico prima di ottenere dei risultati a livello politico. La prima questione sul tappeto – confermata come “dirimente“ dallo stesso presidente delle Regioni, Vasco Errani – resta la questione dei 550 milioni assegnati a progetti gia` concordati con il precedente Esecutivo e poi attribuiti al piano casa. Lo stesso Errani ha scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per sollecitare chiarimenti e avviare il confronto politico.