Casa:semplificazioni per la dichiarazione di conformità

di Redazione 1

Il Ministero dello Sviluppo economico interviene per semplificare l’applicazione della disposizione che impone al fornitore di sospendere l’erogazione di luce, acqua e gas se non viene consegnata la copia della dichiarazione di conformità o di rispondenza degli impianti. Nessun rischio quindi di distacco per le vecchie utenze domestiche che non hanno il certificato di conformità degli impianti. La copia della dichiarazione di conformità, pena la sospensione del servizio, deve essere infatti consegnata entro trenta giorni dall’allacciamento solo in caso di nuove forniture. Qualsiasi modifica del contratto di fornitura già avviato, invece non determina l’obbligo di consegna della dichiarazione. Per le utenze già esistenti dichiarazione di conformità o di rispondenza deve essere consegnata solo in caso di aumento della potenza impegnata, se l’aumento avviene nei rari casi in cui il decreto impone di redigere il progetto per i nuovi interventi: anche in tali casi, l’obbligo scatta solo se l’impianto elettrico raggiunge almeno la potenza di 6 kw. Il fornitore del servizio, che viene in contatto con l’utente, dovrà controllare i nuovi allacci, mentre per le variazioni faranno fede le dichiarazioni rese sotto la propria responsabilità dall’utente. In ogni caso, gli obblighi richiesti al fornitore si limitano all’acquisizione e conservazione della dichiarazione e alla gestione della procedura di temporaneo distacco fino al suo ottenimento. Per concludere, la documentazione relativa agli impianti condominiali riguarda solo la parte comune dell’edificio, mentre la documentazione relativa al singolo appartamento non comprende le parti comuni.

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Commenti (1)

  1. Decreto sicurezza sugli impianti degli immobili

    Il nuovo regolamento in tema di sicurezza delle strutture domestiche, , diffuso lo scorso 27 marzo, ha fatto discutere molto, ma pochi sono riusciti davvero a capire cosa prevede oggi la legge.
    “In realtà – spiega Lidia Ranghetti, Coordinatrice giuridica, tecnica e fiscale di Gabetti Property Solutions – quella resa nota alcuni giorni fa è una norma regolamentare che ribadisce i contenuti di alcune disposizioni di legge già esistenti in tema di impianti. La differenza però è che mentre prima si aveva un atteggiamento poco chiaro sull’argomento, oggi si tende a parlarne e mettere in guardia i cittadini sugli eventuali rischi e sulle nuove procedure da seguire al momento di effettuare una transazione, una donazione o un contratto di locazione immobiliare”.
    Da oggi quindi, prima di partire con le trattative per una compravendita, il venditore avrà l’obbligo di certificare (con un apposito modulo firmato) lo stato di manutenzione degli impianti della propria casa. “L’acquirente tuttavia, potrà effettuare l’acquisto anche se gli impianti non sono a norma, purché firmi una dichiarazione in cui dichiari di aver preso visione dello stato di manutenzione dei sistemi domestici,prendendosi così tutte le responsabilità del caso”.
    A livello pratico dunque non cambia nulla ma, a differenza di quanto si temeva all’inizio, la compravendita può avvenire anche se i sistemi non sono in regola. Purché l’acquirente ne sia esplicitamente informato.
    Ciò spingerà naturalmente i venditori a mettere a norma i loro impianti e soprattutto andrà ad influenzare il prezzo finale dell’abitazione, diventando così un elemento di trattativa. Ovviamente, più le strutture saranno ben tenute, maggiore sarà il prezzo di vendita della casa e viceversa, proprio come succede oggi per la certificazione energetica.
    “Con tutta probabilità – conclude la Ranghetti – gli effetti di questa nuova norma tenderanno a livellare i prezzi degli immobili usati, senza incidere sulla possibilità o il numero di compravendite che si effettueranno”.

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