PROVVEDIMENTO ANTICRISI Norma sui mutui prima casa

di Redazione 1

Le novità introdotte dal provvedimento anticrisi varato il 28 novembre dal Consiglio dei Ministri si applicano ai mutui prima casa sottoscritti da persone fisiche fino al 31 ottobre 2008 e a quelli rinegoziati entro la stessa data in applicazione della legge 126 del 2008; non ai mutui sottoscritti in novembre o dicembre. A partire dal 1° gennaio 2009, per i nuovi mutui il tasso di base su cui si calcola lo spread sarà costituito dal tasso Bce. Il provvedimento entrerà in vigore entro un mese, il tempo richiesto dal sistema creditizio per poter allestire dei prodotti finanziari con una nuova base di riferimento.
Lo Stato si assumerà, dunque, maggiori oneri. A quale costo? Se le condizioni di mercato rimanessero identiche per tutto il 2009 e se si prendesse come riferimento medio il tasso Euribor a 3 mesi (3,901% al 26 novembre 2008) il costo massimo della misura sarebbe pari a circa 1 miliardo di euro. Però è prevista una significativa riduzione dei tassi di interesse nel corso del 2009. Se in un paio di mesi la Bce abbassasse il suo tasso di riferimento di un punto percentuale, secondo gli esperti, il costo massimo della misura sarebbe pari a circa 55 milioni di euro: si avrebbe infatti un’eccedenza di costo pari soltanto allo 0,22% di 100 miliardi, per tre mesi, rispetto alla soglia massima del 4%, di cui lo Stato dovrebbe farsi carico. Ma il costo sale se consideriamo anche i ritardi nell’adeguamento delle rate di mutuo connessi alle condizioni contrattuali: ipotizzando un ritardo di 3 mesi, il costo massimo della misura diverrebbe pari a circa 350 milioni di euro.

(Articolo di A.C.)

Commenti (1)

  1. Sono titolare di un mutuo a tasso variabile, il 24 gennaio va in
    scadenza la rata del mese, mi informo sull’importo da versare e mi
    accorgo che è stato applicato un tasso superiore al 4% propagandato dal
    nostro governo. Chiedo chiarimenti in banca e mi rispondono dicendo che
    mancano i decreti attuativi e che non si sa nulla circa il rimborso.
    sorge spontanea una domanda: è l’ennesimo spot beffa del governo?

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