Green economy a rischio senza bonus 55%: da Assolterm e Assotermica

Se il Governo taglia la detrazione sarà difficile raggiungere gli obiettivi al 2020

Mentre gli altri Paesi europei e gli Stati Uniti puntano sulla green economy, il governo italiano è ancora incerto sulle detrazioni fiscali del 55%, uno dei pochi strumenti che negli ultimi anni hanno funzionato bene, portando ossigeno a un settore in crisi come quello dell’edilizia, sostenendo il consumo di beni ad alta efficienza energetica e creando posti di lavoro in settori ad alto valore tecnologico.

Si è avuto, infatti, un trend di crescita costante, almeno negli ultimi 3-4 anni, che ha permesso di raggiungere nel 2009 un mercato annuale di 350 MWth e una capacità installata di 1,4 Gwth. In effetti il solare termico, tecnologia che permette di produrre calore e freddo sfruttando una fonte inesauribile, il sole, e di risparmiare energia primaria grazie all’integrazione con i tradizionali sistemi di riscaldamento/raffreddamento, occupa oggi più di 5.000 persone a tempo pieno con un giro d’affari di 500 milioni di euro. Il settore, però, sarebbe fortemente penalizzato dal taglio delle detrazioni fiscali del 55%.

Infatti eliminare le detrazioni fiscali significherebbe adesso, in piena crisi, mettere a rischio molti posti di lavoro, se si considerano tutti i settori coinvolti, compreso quello dell’edilizia. Solo per il solare termico sarebbero migliaia di unità. Un settore che, con un potenziale di produzione annua di pannelli solari termici di 1 GWth, ha tutte le potenzialità per raggiungere 1 m2 installato per abitante nel 2020 e potrebbe quindi arrivare ad occupare nel 2020 più di 150.000 persone a tempo pieno. Questo, ovviamente, se il Governo prende sul serio gli obiettivi vincolanti posti dall’UE nel ”pacchetto clima” e s’impegna in una politica energetico-ambientale seria e di ampio respiro.

Un bilancio di questi 4 anni di detrazioni fiscali si può già fare. I due studi di dettaglio realizzati dal Cresme, per conto dell’Enea, e da Confindustria, permettono di trarre la conclusione che i ritorni monetari superano abbondantemente i costi, anche dal solo punto di vista del bilancio dello Stato, non calcolando quindi i benefici per la collettività.

Infatti, a fronte infatti di un esborso per l’erario in termini di riduzione del gettito fiscale, dovuta alla richiesta di detrazione, e delle accise, dovuta a una riduzione dei consumi energetici, i benefici sono significativi e riguardano:
– l’aumento del gettito IRPEF per l’incremento dell’occupazione;
– l’aumento del gettito IVA per l’incremento dei beni venduti;
– l’anticipo della ritenuta d’acconto del 10% dell’imposta sul reddito (di recente introduzione)

Va detto inoltre che, mentre i benefici sono immediati, i costi sono distribuiti nei 5 anni in cui, per legge, deve essere divisa la detrazione.

È bene poi ricordare che i dati resi pubblici dall’Enea sulle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici ci dicono che, nel biennio 2007/2008, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e la sostituzione dei vecchi generatori di calore con più moderni a condensazione – espressione di un’industria italiana di eccellenza – sono gli interventi che presentano il miglior rapporto costi/benefici.

L’Italia si è impegnata, con il Piano di Azione Nazionale per le Fonti Rinnovabili, inviato lo scorso giugno alla Commissione Europea, a raggiungere nel 2020 il 17% di energia da FER pari a circa 22 Mtep, di cui poco meno della metà solo per il riscaldamento e raffreddamento. Il solare termico, in quanto tecnologia economica ed efficiente, si candida a coprire una fetta significativa di quei 10 Mtep destinati alla produzione di calore e freddo, nella convinzione che il miglior contributo che il Governo può dare all’economia del Paese è quello di raggiungere gli obiettivi al 2020 con un mix energetico che permetta di minimizzare i costi e massimizzare i benefici. E questo obiettivo si può raggiungere solo dando certezze e stabilità ai settori coinvolti, in modo che possano programmare investimenti importanti e a lungo termine in tecnologia, formazione, innovazione.

Le detrazioni fiscali sono uno strumento che ha funzionato bene, uno dei più apprezzati anche a livello internazionale per l’incentivazione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Se serve affinarlo e renderlo più efficace, siamo disponibili a collaborare e a mettere a disposizione esperienza e competenze, ma riteniamo non sostenibile una politica che azzeri tutto facendo finta di non vedere i benefici apportati a cittadini, edilizia e ambiente e, soprattutto, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e il tessuto produttivo stesso del nostro Paese.

Fonte: Assolterm e Assotermica

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