Il Sicet ha presentato l’appello e le proposte in materia abitativa del suo sindacato inviato ai candidati premier di tutti i partiti per le elezioni politiche. In Italia l’emergenza abitativa interessa oltre 2 milioni e mezzo di famiglie e il 63% di chi vive in affitto è a rischio povertà con redditi incompatibili con gli affitti di mercato. Negli ultimi anni, secondo i dati Nomisma e Banca d’Italia, l’affitto medio annuo è passato da 1.526 a 3.905 euro, un incremento del 156% più sensibile al Nord che al Sud. La scarsa attenzione al tema è dovuta ad una situazione nazionale prevalentemente caratterizzata da famiglie proprietarie dell’abitazione ma, nella stragrande maggioranza dei casi, sono in affitto famiglie con basse o bassissime condizioni economiche. Tra le proposte, particolare attenzione viene data alla questione degli sfratti: in Italia, secondo i dati del Ministero dell’Interno, ci sono state oltre 100 mila richieste di sfratto solo nel 2007, sono 45 mila i provvedimenti convalidati, mentre sono circa 23 mila gli sfratti eseguiti nell’ultimo anno; nell’80% dei casi è la morosità la causa principale.
Emergenza casa
Crescono i cantieri, ma i prezzi rallentano le vendite degli immobili
Da una recente indagine è emerso che in Italia in Italia si vendono meno case, ma se ne costruiscono tante di più. Questo il quadro che emerge da una ricerca
Case: -12,6% e tempi acquisto piu’ lunghi in Emilia Romagna
In Emilia romagna il mercato è in affanno, ‘rallentato’ dagli interessi bancari sui mutui e con una domanda di alloggi in calo del 12,6% (nonostante una diminuzione dei prezzi pari al 3%). E ancora, un allungamento dei tempi di acquisto di almeno sei mesi e la fuga dal centro storico. E’ la fotografia del mercato immobiliare in Emilia-Romagna scattata dal primo osservatorio regionale della Federazione agenti immobiliari (Fiaip), presentato a Bologna. Non solo una rassegna dei prezzi di mercato ma anche altri parametri su tipologia, ubicazione e finanziamenti raccolti dal novembre scorso a marzo con il patrocinio dell’Ance.
Bologna: bando pubblico per la selezione di un soggetto partner per autorecupero di immobili dismessi di proprietà del comune
Il comune di Bologna mette a disposizione degli alloggi dismessi per uso abitativo. Le coperative che vorranno impegnarsi per il recupero di tali alloggi potranno usufruire degli stessi secondo le modalità imposte dal comune. I partecipanti devono garantire al comune il buon esito del recupero, evitare quindi di lasciare il lavoro inconcluso. Il comune garantisce l’assistenza burocratica. Il bando disponibile sul sito del comune di Bologna ci informa che fatte le dovute premesse, tra gli obiettivi programmatici del Settore Politiche Abitative è compresa la realizzazione di un progetto di autorecupero di alloggi dismessi di proprietà del Comune di Bologna; che per autorecupero si intende un processo edilizio che prevede l’affidamento dei lavori di ristrutturazione o recupero agli stessi utilizzatori finali che, costituiti in cooperativa, prestano la loro opera in cantiere mettendo a disposizione un monte ore lavorativo; che per la buona conduzione del programma l’organizzazione progettuale ed attuativa deve essere svolta da un unico soggetto con specifiche competenze in materia edilizia, sociale ed economica – amministrativa, che possa garantire la conduzione del progetto nel suo complesso, gestendo gli aspetti tecnico-edilizi, di relazione tra i destinatari degli appartamenti e di coordinamento degli impegni finanziari.
Comune di Milano. Una firma contro gli abusivi
Comune, Prefettura, Questura, Regione, Provincia e Aler Lombardia hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per riqualificare i quartieri di edilizia residenziale pubblica Comune di Milano, Prefettura, Questura, Regione, Provincia e Aler Lombardia hanno firmato un protocollo d’intesa per la riqualificazione e la sicurezza nei quartieri di edilizia residenziale pubblica con l’obiettivo di contrastare in modo ancora più efficace le occupazioni abusive. Per l’Amministrazione cittadina hanno firmato il documento il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato e l’assessore alla Casa Gianni Verga. “A Milano – spiega De Corato – le occupazioni abusive delle case popolari sono costantemente all’attenzione dell’Amministrazione. E i positivi risultati del 2007, conseguiti grazie al Tavolo interistituzionale attivato in Prefettura per la programmazione degli allontanamenti, parlano chiaro: 162 sgomberi da edifici del Comune e Aler e 650 tentativi di occupazione sventati (solo stabili Aler). Il contrasto alle occupazioni abusive – aggiunge De Corato – è stato inoltre indicato come ‘prioritario’ nella convenzione che ha dato sostegno finanziario al Patto per la Sicurezza e per la quale il Comune di Milano ha versato due milioni di euro”. “La firma di questo nuovo accordo – sottolinea De Corato – dà dunque seguito alla positiva esperienza passata. E in particolare attua la legge regionale numero 27 del 28 novembre 2007. Al fine di assicurare la progressiva liberazione delle case occupate – prosegue De Corato – la nuova normativa prevede, infatti, che gli enti proprietari predispongano un piano Sicurezza degli immobili soggetti a intrusione che definisca, tra l’altro, le misure e le modalità di prevenzione da adottare, concordate con l’Autorità che dispone della forza pubblica”.
Una visione unitaria e integrata del territorio: Contrattare l’uso degli spazi urbani
SUNIA. L’impegno del Sindacato – rivolto essenzialmente al rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, all’aumento del Fondo sociale per l’affitto, all’applicazione della 431/’98 (regolamentazione degli affitti), deve assumere con più decisione l’esigenza di partecipare attivamente alle scelte riguardanti lo sviluppo edilizio, le infrastrutture e i servizi sul territorio. I processi di riqualificazione urbana e di recupero delle aree dismesse (industrie, mattatoi, mercati, ecc.), le varianti urbanistiche, i cambi di destinazione d’uso degli immobili e la conseguente terziarizzazione selvaggia di intere zone centrali delle città hanno trasformato profondamente il volto delle città ma, per una fetta notevole di popolazione, hanno avuto effetti indesiderati in termini di disagio abitativo e di qualità dell’abitare e del vivere. Sulla base dell’esperienza dell’ultimo decennio emerge l’esigenza che le forze sociali, a partire dal Sindacato, pongano con forza il tema della contrattazione territoriale, che deve diventare lo strumento principale per relazionarsi con le amministrazioni locali. Solo con la vertenzialità e la negoziazione sul territorio è possibile partecipare con efficacia a scelte vitali per la popolazione, evitando che l’urbanistica e le politiche riguardanti il territorio, la casa, i servizi, le infrastrutture diventino una “partita a due” tra amministratori locali e rappresentanti degli interessi delle società immobiliari e della rendita urbana.
Cgl, Legambiente, Spi, Sunia e Fillea: “Piu’ case in affitto con canone accessibile?”
E’ questo il nucleo del programma “PIU’ CASE IN AFFITTO: UN PROGRAMMA POSSIBILE”, elaborato dalla CGIL, con SPI, FILLEA, SUNIA e Legambiente. L’obiettivo è di mettere sul mercato in dieci anni un milione di case a canone convenzionato. E’ questo l’unico modo per creare un mercato dell’affitto che non taglieggi il reddito dei lavoratori e dei pensionati, che consenta ai giovani di trovare una casa per studiare o per sposarsi, che dia risposte civili agli immigrati, che permetta di trovare lavoro, anche fuori dalla città di residenza, senza rinunciare al 50 per cento del salario. Questo è possibile investendo non meno di 100 miliardi di Euro in 10 anni. La cifra sarebbe impegnativa se si trattasse solo di risorse pubbliche. Riteniamo invece che, fermo restando anche un intervento pubblico diretto, a finanziare il programma debbano essere soggetti privati ed istituzionali, creando le convenienze per indurli ad investire le loro risorse. In particolare riducendo il costo delle aree, quelli di costruzione ed i tempi delle procedure. Il programma non si “limita” al problema casa. L’obiettivo è anche quello di una nuova progettualità per rendere le nostre città più solidali e sostenibili.
Commissioni prefettizie sfratti, incostituzionali?
La storia delle locazioni, in Italia, è da sempre costellata da fatti (e misfatti) che altro risultato non hanno ottenuto che quello di ridurre al lumicino un istituto che in altri (più avveduti) Paesi è invece sviluppato e (fiscalmente) tutelato, assicurando esso la mobilità sul territorio delle forze del lavoro, degli universitari, degli impiegati pubblici in ispecie. Subito nel secondo dopoguerra del secolo scorso, dunque, l’espediente di chi (come oggi) aveva una vista che non andava al di là dei propri occhi, era quello di prorogare i contratti. Dopo un monito della Corte costituzionale nel 1984, e una dichiarazione di incostituzionalità nel 1986, il (furbo) legislatore cambiò però strada e – per dribblare la Consulta – scoprì l’espediente (all’evidente fine di ottenere pur sempre lo stesso risultato, e cioè di impedire che gli immobili locati ritornassero alla proprietà) di bloccare non più i contratti, ma le esecuzioni di rilascio (gli sfratti, in gergo). Anche qua, due solenni moniti-diffida della Consulta, nel 2003 e nel 2004, non sono valsi ad impedire il continuo, reiterato utilizzo del citato espediente: dal 2004, ci sono stati altri 6 blocchi e, attualmente, è in atto il 22°, considerato il solo periodo che ci separa dalla legge dell’equo canone (in sostanza, in ragione – in trent’anni – di quasi un blocco all’anno). La (troppo paziente) Corte costituzionale è stata , insomma, totalmente ignorata.
Ater-Provincia Viterbo: 4 milioni di euro per mettere a nuovo 610 appartamenti
Approvata dalla Giunta Regionale una delibera, proposta dall’assessore ai Lavori Pubblici e Politica della Casa Bruno Astorre (nella foto) , con cui è stato dato il via libera al programma di manutenzione straordinaria di immobili Ater della Provincia di Viterbo, per una spesa complessiva di 4.000.000 €. Verranno realizzati 610 interventi complessivi, di cui 280 a Viterbo.
Gli interventi riguarderanno vari alloggi di Bagnoregio, Blera, Canepina, Canino, Caprarola, Monte Romano, Orte, Sutri, Tessennano e Viterbo.
“Data la complessità del quadro inerente la condizione delle Ater nel Lazio e visti i risultati della robusta opera di riequilibrio finanziario operato in questi ultimi tre anni, questo provvedimento è un ulteriore passo in avanti per la politica della casa in Provincia di Viterbo”, ha commentato l’assessore Astorre.
Casa. Firmato decreto per definizione alloggio sociale
Ieri il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha firmato il decreto per la definizione di alloggio sociale, ai fini dell’esenzione dall’obbligo di notifica degli aiuti di Stato – art. 5 della legge 8 febbraio 2007, n.9.
Un provvedimento importante per i Comuni e in particolare per le prerogative delle amministrazioni locali in materia di erogazioni di servizi abitativi ed erogazioni di servizi, anche sperimentali, per far fronte ai nuovi bisogni alloggiativi anche in forme diverse da quelle conosciute come l’edilizia sovvenzionata.
Secondo quanto previsto dal decreto, è definito alloggio sociale l’unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, non in grado di accedere alla locazione nel libero mercato. Il comma 5 dell’articolo 1 precisa che l’alloggio sociale, in quanto servizio di interesse economico generale, costituisce standard urbanistico aggiuntivo da assicurare mediante cessione gratuita di aree o di alloggi, sulla base e con le modalità stabilite dalle normative regionali.
Quasi 5 milioni di euro per la realizzazione di alloggi Erp in quattro Comuni delle province di Roma e Latina
Partiranno a breve i lavori di completamento degli edifici di edilizia residenziale pubblica (Erp) nei Comuni di Poli e Zagarolo, in provincia di Roma di Maenza e Minturno, in provincia di Latina.
È quanto stabilisce una delibera approvata durante la sua ultima seduta, dalla Giunta Regionale del Lazio, su proposta dell’assessore ai Lavori Pubblici e Politiche della Casa Bruno Astorre; il provvedimento prevede l’utilizzo di somme già stanziate per un totale di quasi 5 milioni di euro. I Comuni, infatti, avevano ottenuto dei finanziamenti con precedenti delibere per il completamento di un certo numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica; i lavori non erano però partiti nei tempi previsti per motivi tecnici.