Conti pubblici, Italia fuori da procedura d’infrazione UE

di Redazione 1

L’Italia è uscita formalmente dalla procedura d’infrazione dell’Ue, avviata nel luglio del 2005 per via del deficit eccessivo di bilancio. Ieri il Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker aveva promosso il piano del Governo Italiano: apprezzamenti su detassazione degli straordinari e ricontrattazione dei mutui. Martedi mattina il Consiglio Ecofin, riunito a Lussemburgo, ha decretato l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. La sanzione era stata emanata nel 2005. Come ha spiegato l’organo europeo in un comunicato, la decisione tiene conto del fatto che nel 2007 il rapporto deficit-Pil del nostro Paese è sceso sotto il tetto del 3% “in maniera credibile e sostenibile”. Lunedi i Ministri delle Finanze della zona euro, riuniti in via straordinaria a Francoforte per celebrare i 10 anni della Banca Centrale Europea (Bce), avevano ascoltato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sul programma di Bilancio del governo Berlusconi. A conclusione dell’incontro il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker aveva promosso il piano fiscale del Ministro dell’Economia apprezzando, in particolare, gli sgravi fiscali varati dall’esecutivo italiano e l’introduzione della possibilità di ricontrattare le rate dei mutui.

I temi dibattuti dall’Eurogruppo. Alla riunione, organizzata per celebrare i 10 anni dell’Eurotower erano presenti per l’Italia il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. L’Eurogruppo si è confrontato sulla questione dei rincari del greggio, anche a fronte dello sciopero annunciato dai pescatori. Bocciata la proposta del Presidente Francese Nicolas Sarkozy di ridurre l’Iva sui prezzi del petrolio per aiutare le fasce più deboli della popolazione. Nel consueto giro di tavolo dei ministri della zona euro il titolare di via XX settembre ha illustrato la strategia di bilancio del Governo Berlusconi, incluso il nuovo piano per una Finanziaria da 10 miliardi di euro per il 2009.
Il piano di Tremonti. Il piano presentato dal ministro Giulio Tremonti ha come punti caratterizzanti lo stop al turn over degli statali e una prima tranche di liberalizzazioni: queste misure consentiranno al Tesoro di tagliare le spese per circa 10 miliardi di euro. Il provvedimento anticiperebbe gli effetti della Finanziaria 2009, prevista con decreto ai primi di luglio, e conterrebbe anche una serie di riforme strutturali in grado di far ripartire l’economia italiana. Di questi 10 miliardi, 3-4 dovrebbero venire dalla pubblica amministrazione con l’eliminazione degli enti inutili, ma anche con un sostanzioso sfoltimento delle spese improduttive.
Il piano fiscale prevede anche i nuovi sgravi fiscali varati nei giorni scorsi, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e la detassazione degli straordinari, nonché l’intenzione di procedere con le liberalizzazioni e un piano di riduzione della spesa.
Apprezzamenti al fiscale del governo Berlusconi. Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha dichiarato di voler “mantenere il piano di Prodi e di Padoa-Schioppa”, che era stato elaborato riprendendo gli impegni lasciati da Tremonti al termine del precedente governo Berlusconi. Il presidente dell’Eurogruppo, il Premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha affermato che “il piano presentato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti va bene”, spiegando che l’Eurogruppo ha apprezzato “sia le misure già prese sia quelle prospettate per il futuro”, soprattutto l’impegno a confermare l’obiettivo del precedente governo Prodi di azzerare il deficit pubblico entro il 2011. Junker ha poi commentato positivamente la cancellazione dell’Ici sulla prima casa e la defiscalizzazione degli straordinari, sottolineando che “L’Italia deve continuare sulla strada del consolidamento e tutto ciò che va in questa direzione è benvenuto”.

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Commenti (1)

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