Secondo la rilevazione del Cescat, autunno grigio per le famiglie italiane come non avveniva da sei anni – I dati nazionali e lombardi. Costi delle famiglie: in aumento tutte le voci ad eccezione del costo per l’abitazione che rimane stazionario CALA LA RICCHEZZA, AUMENTANO I PREZZI, STIPENDI AL PALO MA, IN SOSTANZA, SITUAZIONE DIFFICILE, NON DRAMMATICA.
Milano – Autunno grigio per le famiglie italiane come non avveniva da sei anni. Aumento dei prezzi e quindi dell’inflazione, stagnazione degli stipendi, erosione delle pensioni, calo dei consumi, calo del risparmio, aumento dell’insicurezza sul futuro, crisi generale: questi gli elementi che caratterizzano l’inizio della stagione. Con una avvertenza: il quadro che fornisce il Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio rapportando le proprie rilevazioni con quelle di altri istituti, rivela una situazione sì difficile, ma lungi dall’essere drammatica.

I dati offrono un quadro sintetico dell’economia delle famiglie italiane in generale, di quelle milanesi e lombarde in particolare. Inflazione – Ad agosto, ultimo dato definitivo, 4,1%, il massimo dal luglio 1996 (il dato provvisorio di settembre è del 3,8%); ma l’inflazione raggiunge il 6,1% per i prodotti di prima necessità mentre quella percepita schizza all’11-12%. Ricchezza delle famiglie – E’ pari a 3530 miliardi di euro con una flessione di 155 miliardi rispetto a fine 2007 (lo 0,42% in meno, cui va aggiunta l’inflazione). Tra le “voci” di risparmio più consistenti: biglietti, monete e depositi a vista 600 miliardi; azioni e partecipazioni 803. Il 43% della ricchezza totale è posseduto dal 10% delle famiglie. Indebitamento delle famiglie – In diminuzione anche l’indebitamento: 523 miliardi contro i 526 di fine 2007: i debiti per famiglia assommano mediamente a 15.765 euro per famiglia, tenendo presente però che nelle famiglie italiane sia la moglie sia il marito, o il figlio, possono contestualmente ricorrere al credito. In calo sia i debiti a breve (credito al consumo) sia quelli a lungo termine (mutui). L’indebitamento è pari al 49% del reddito disponibile, nettamente inferiore alla media europea (90%, mentre negli Stati Uniti l’indebitamento medio supera il reddito (104%) con punte del 140%). Gli italiani, quando possono, restano un popolo di formichine: nel confronto internazionale (dati 2006) erano indebitate il 12% delle famiglie per il mutuo e il 13% per credito al consumo. In Spagna debiti per mutui e crediti al 30%, in Francia al 40% per non parlare degli Usa che brillano sfiorando il 99%. Le famiglie con debito uguale o superiore ad un terzo del reddito: 332.000 (1,4% ). Famiglie con debito pari o superiore al 50% del reddito : 93.000 (0,4%). Rapporto con le banche: insolventi 1,7%, in difficoltà
Risparmio – Gli ultimi dati rivelano una sensibile riduzione della propensione al risparmio delle famiglie: dal 12,4 all’11,5%. Il trend, in realtà, è decrescente dal 2002, quando la percentuale fu del 14,3: in tre anni il risparmio è calato del 38% in termini assoluti. Dopo fasi storiche in cui l’Italia manteneva tassi di risparmio delle famiglie significativamente superiori alle medie europee, adesso il dato è nella media dell’Area Euro e con una netta tendenza alla riduzione: stagflazione, difficoltà occupazionali, basse retribuzioni stanno comprimendo la quota del reddito disponibile destinabile al risparmio. Sempre meglio comunque della Gran Bretagna dove il risparmio è negativo.
IL PANORAMA LOMBARDO Ricchezza – Reddito procapite 27.500 euro. Indebitamento – Ogni famiglia milanese ha un debito di oltre 21.300 euro che la pone al secondo posto nella classifica italiana, dopo Roma. Singolare il fatto che al terzo posto, sempre nella graduatoria nazionale, si collochi la famiglia media di Lodi (20.600 euro): ma ciò deve preoccupare relativamente, in quanto chi ha un maggior reddito è portato a indebitarsi di più. Ciò che preoccupa è il trend di crescita dell’indebitamento, che in cinque anni è più che raddoppiato. Le sofferenze bancarie riguardano circa l’1% delle famiglie, con l’aumento di un terzo rispetto al 2006. 4,7% le famiglie lombarde che vivono sotto la soglia di povertà (970 euro/mese famiglia di due persone), comunque la percentuale minore in Italia subito dopo l’Emilia Romagna (3,9%).
BILANCIO DELLE FAMIGLIE MILANESI
Con la ripresa dell’attività dopo il rallentamento estivo è ripresa la corsa dei prezzi: oggi la spesa media annua è di 34.240 euro. Al primo posto la casa con 8.900 euro (25,9%) che però non denuncia sensibili variazioni rispetto al 2007: infatti l’aumento delle spese condominiali e dei mutui viene calmierato dalla diminuzione degli affitti e del valore dell’acquisto, dall’eliminazione dell’Ici per la prima casa.
Seconda entità di spesa alimenti e bevande, 7.000 euro pari al 20,4%. Qui l’aumento sfiora l’8% in quanto la vendita al dettaglio assomma al rincaro di certe spese (trasporto, illuminazione ecc.) anche l’invarianza dei profitti, a differenza dei percettori di quanto avviene per i percettori di reddito fisso.
Seguono i trasporti, 5.700 euro (16,6%) con un forte rincaro – pari a circa il 13% – rispetto all’anno precedente; altri beni e servizi (4.800 euro, 14%); tempo libero e cultura (2.160 euro, 6,3%); combustibili ed energia (1.770 euro, 5,1%); sanità (1.450 euro, 4,2%).
CONCLUSIONI
Peggiorano le condizioni economiche e le previsioni degli italiani per il futuro (italiani mai così pessimisti da sei anni a questa parte). Crescita dell’inflazione, perdita del potere di acquisto delle retribuzioni, salari al penultimo posto in Europa (seguiti solo dal Portogallo), portano un numero crescente di famiglie a difficoltà che sorgono già con la “terza settimana”. Si aggiungono un forte senso di insicurezza e di precarietà (insicurezza che si sfoga nella ricerca di una maggiore protezione della persona e dei beni), che sono all’origine di un solco sempre più profondo tra politica e società.

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