Risparmio energetico. Gli incentivi e le ristrutturazioni. In tre anni le detrazioni al 55% sugli interventi di risparmio energetico hanno prodotto investimenti per oltre 8 miliardi in tre anni con una previsione di oltre 12 miliardi a fine 2010. In tutto, fino a oggi circa 600 mila interventi di ristrutturazione alimentati dalle detrazioni fiscali del 55% per l’ efficienza energetica.

Tuttavia questo risultato positivo non è bastato a frenare l’ emorragia di posti di lavoro e di fatturati dell’ impiantistica italiana. Assotermica ha chiesto al governo di trasformare le detrazioni fiscali del 55% in incentivi per la rottamazione delle vecchie caldaie ad alto rischio, in quanto la rottamazione è uno strumento polarizzante per il mercato.

Secondo Bruno Bellò, presidente di Coaer – Associazione dei costruttori di apparecchiature e impianti aeraulici – ”il comparto maggiormente penalizzato da questa situazione è quello delle pompe di calore per la climatizzazione, toccato solo in minima parte dalle detrazioni, ma importante per il Paese, perché per il 50% è localizzato in Italia e ha subito un crollo delle vendite del 25%. La pompa di calore, pur costando il 50% in più rispetto ai sistemi tradizionali, si ripaga in quattro anni anche grazie alla detrazione; e poi il costo energetico si dimezza per sempre perché l’ impianto estrae il caldo dall’ esterno”.

Ciò che frena i privati nell’ impiego di tecnologie efficienti è spesso anche il costo eccessivo delle certificazioni necessarie per la detrazione, dai 3 ai 500 euro, oltre alla complicata burocrazia per ogni minimo intervento.

Oltre al fatto che i privati non riescono ancora a recepire le tecnologie efficienti e si orientano soprattutto alla sostituzione dei serramenti. Infatti nei settori della componentistica edilizia crescono gli ordinativi e di conseguenza l’ occupazione.

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