Energie alternative e nuove soluzioni tecniche per il risparmio energetico al centro del convegno promosso da Cna Massa Carrara (www.cna-ms.it) in collaborazione con Riello Spa giovedì 12 giugno nella sede provinciale dell’associazione ad Avenza (Ms) in Viale G. Galilei. Inizio ore 18. Iscrizioni entro mercoledì 11. Il caro “benzina” ha provocato l’aumento incontrollato del costo delle bollette energetiche per famiglie e imprese riproponendo con maggiore vigore e urgenza la necessità di un impiego maggiore delle fonti rinnovabili sia in ambito civile che industriale e artigianale. Un costo in termini economici ma anche ambientale sempre più alto (inquinamento e riscaldamento globale) che sta portando il nostro pianeta e il nostro sistema economico verso il collasso. Ma c’è anche un’altra chiave di lettura per incoraggiare e stimolare imprese e famiglie a puntare sulle energie pulite: è quello del business. Le energie rinnovabili come l’utilizzo di particolari e moderni prodotti (bioedilizia, domotica etc) infatti, possono essere anche una forma di investimento “alternativo” e innovativo oltre che una concreta possibilità di risparmio sulla bolletta quotidiana. Temi diventati di dominio comune che nonostante la grande pubblicità non riescono ad abbattere la diffidenza e lo scetticismo di cittadini ed imprenditori.
Politiche sulla casa
Per la pavimentazione del vostro giardino ecco alcuni consigli
Nelle pavimentazioni esterne per il giardino, per il passaggio carrabile il risultato finale dipende molto dal materiale scelto, che può essere naturale o artificiale. Oltre al costo, può variare molto la richiesta di manutenzione e la possibile interazione con le piante circostanti, in base a quanto la pavimentazione permette al terreno di traspirare. Pietra naturale. È il materiale che offre la maggiore varietà di posa, perché a seconda del progetto la pavimentazione potrà essere formata da pietre di forma regolare o irregolare, con superficie grezza o levigata. È meglio scegliere pietre di provenienza locale o, comunque, un tipo che si abbini, per finitura e tonalità, con l’edificio o eventuali altri elementi già presenti nel giardino. Le due pietre più utilizzate sono il porfido e l’ardesia. Una soluzione particolare e decorativa può essere la disposizione dei mattoncini in forme circolari e concentriche, collegate da raggi e alternate a terriccio su cui è possibile far crescere l’erba.
Emergenza casa. Bari: 101 nuovi alloggi per gli sfrattati
Con l’approvazione della delibera per la realizzazione di 101 alloggi da destinare agli sfrattati per finita locazione, con priorità agli ultrasessantacinquenni, a famiglie con disabili, malati terminali o con figli a carico, prosegue l’azione dell’Amministrazione comunale a contrasto dell’emergenza abitativa nella città di Bari. Il sindaco Michele Emiliano e l’assessore all’Edilizia Residenziale Pubblica, Giovanni Giannini, nel corso di una conferenza stampa, hanno illustrato i dettagli la delibera approvata il 23 maggio all’unanimità dal Consiglio Comunale, su proposta degli assessorati all’ERP e all’Urbanistica. I 101 alloggi – 15 del Comune, 86 dell’Istituto autonomo case popolari (Iacp) – saranno realizzati grazie ad un finanziamento statale di 9,6 milioni di euro. I fondi provengono dal programma da 550 milioni di euro approvato nel 2007 dal Governo Prodi: di questi, 30 milioni sono stati assegnati alla Regione Puglia, che li ha poi suddivisi fra i Comuni che hanno partecipato al bando riconoscendo a Bari i 9,6 milioni in questione.
Confedilizia: bene il blocco degli aumenti dei tributi locali
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: L’abolizione dell’Ici sulla prima casa e il blocco degli aumenti dei tributi locali sono due misure che non possono non essere
Mutui, più leggeri con la convenzione Governo-Abi
Possibilità di trasformare il tasso del mutuo sulla prima casa da variabile a fisso, con costi di portabilità zero e senza spese notarili: questi i principali vantaggi della convenzione siglata fra il ministero dell’Economia e l’Associazione Bancari Italiani. Tremonti: “Ora pensiamo a benzina e bollette”. Sono stati presentati il 27 maggio, in conferenza stampa, i termini della convenzione sulla rinegoziazione dei mutui per la prima casa, siglata tra il Ministero dell’Economia e l’Associazione Bancari Italiani. Le famiglie interessate al provvedimento, che secondo alcune stime sono circa un milione e duecentocinquanta mila, potranno beneficiarne in tempi brevi: infatti, come ha precisato lo stesso ministro Giulio Tremonti, il decreto che ne contiene le norme attualmente è “alla Presidenza della Repubblica” e sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale “stasera o al più tardi domani”.
Energia Nucleare ecco la strada da percorrere
Il Governo annuncia l’intenzione di iniziare a costruire in Italia centrali nucleari di nuova generazione contro la dipendenza da gas e petrolio; Enel risponde “Noi siamo pronti”. L’AD, Fulvio Conti, spiega i vantaggi di questa scelta e i passi da compiere. L’Italia tornerà al nucleare in cinque anni. Il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, con queste dichiarazioni fatte davanti agli industriali dell’Assemblea annuale di Confindustria il Governo ha dato una nuova decisiva spinta al dibattito sul nucleare: “entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro Paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione. Il rientro è necessario per abbassare i prezzi dell’energia e assicurare il mix di fonti di cui l’Italia, eccessivamente dipendente da petrolio e gas, ha bisogno”. E il governo – assicura il ministro – onererà “con convinzione e determinazione il solenne impegno della scelta del nucleare”. La risposta di Enel non è tardata ad arrivare: “Siamo pronti” ha dichiarato l’AD, Fulvio Conti, anche lui presente all’assemblea. E ha commentato: “Mi sembra un ottimo inizio: credo ci sia una forte volontà di questo Governo di mettere le condizioni necessarie per lo sviluppo dell’industria nucleare nel nostro Paese. Enel ha ricostituito la sua cultura in questo campo siamo ben felici di collaborare”.
I problemi irrisolti del nucleare
Legambiente pubblica il dossier sul nucleare in occasione del 20° anniversario dal voto del referendum popolare che ha bandito la produzione di energia nucleare in Italia. Scorie radioattive, sicurezza degli impianti e costi altissimi: ecco perché ancora oggi l’atomo non conviene. “Volete il nucleare?” A questa richiesta, formulata in tre quesiti, 8 italiani su 10 nel 1987 risposero No. L’ 8 novembre, si celebra il si celebra il 20° anniversario di una scelta radicale per il nostro Paese: quella fatta con il voto del referendum popolare che ha bandito la produzione di energia nucleare e reso l’Italia la prima tra le nazioni industrializzate a uscire dall’atomo. Una strada che solo recentemente hanno seguito in Europa anche la Germania e la Spagna. Pensare di tornare indietro sarebbe folle. Se l’Italia oggi volesse allinearsi alla produzione elettrica media UE da nucleare (30%), dovrebbe costruire 8 reattori come quello che sta realizzando la Finlandia (il più grande al mondo), oppure 8 come gli ultimi completati in Francia tra il ’96 e il ’99, oppure 12 di quelli più grandi in costruzione in Cina o 13 di quelli di tipologia russa.
Confedilizia: un nuovo Affido
Finora, ciascuno di noi ha sempre saputo questo: che si parla di “affido” (parola – peraltro – non registrata dai Vocabolari della nostra lingua) come sinonimo – tecnico, abbreviato – di “affidamento” (dell’istituto, quindi, tramite il quale un ente pubblico assegna, in custodia o in consegna, un minore ad una determinata persona, o a una comunità). Ma da qualche tempo, non è più così. C’è un “affido” tutto speciale, un nuovo “affido”. È l’atto con il quale persone varie (per lo più, per quel che risulta, stranieri) “affidano” ad altri – dietro compenso – un immobile di proprietà pubblica (per ora?), dopo aver con la forza rimosso le opere provvisionali che dovrebberoimpedire l’accesso all’immobile stesso (per evitarne, appunto, l’abusiva occupazione). Ma tant’è: ora, non si parla più di “occupazioni abusive”. C’è l’“affido”, e si usa questa terminologia con chiarezza – e fierezza, magari – anche alla tv. Bell’Italia davvero. Buonismo e tolleranza colpevoli, portano a questo.
Associazione piccoli proprietari immobiliari: “La sola abolizione dell’ICI non basta”
A seguito delle decisioni prese nel primo Consiglio dei Ministri del nuovo Governo, l’Asppi-Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari, esprime la propria posizione sul tema della imposizione fiscale sulla casa. «Il provvedimento di abolizione dell’Ici sulla prima casa, assunto dal Governo Berlusconi – ricorda il presidente nazionale dell’Asppi Luigi Ferdinando Giannini – va a completare il percorso avviato dal Governo Prodi che, con l’ultima Finanziaria, aveva esteso l’esenzione dell’imposta al 40 per cento delle famiglie italiane. E’ necessario però che le politiche abitative non siano affrontate solo con provvedimenti estemporanei. Si deve dare un’ampia cassa di risonanza al problema casa, da esaminare in modo più approfondito». Il presidente dell’Asppi ribadisce la necessità di superare il concetto di Ici, per rivedere il meccanismo della tassazione locale. «L’Ici è figlia di un federalismo fiscale imperfetto – prosegue Giannini – e da tempo noi sosteniamo che si deve arrivare ad un riordino complessivo del sistema di tassazione locale. Si deve puntare su un’inversione del rapporto fra cittadino e fisco, con trasferimenti dagli Enti periferici allo Stato centrale e non viceversa, senza basare il federalismo su addizionali o imposte locali. Inoltre, come affermano numerosi esperti del settore, l’Ici porta con se punti di debolezza marcati, ad esempio la mancata correlazione fra il tributo e l’impiego delle risorse che ne derivano. Ciò impedisce di valutare ed eventualmente premiare l’operato delle amministrazioni locali».
Il Sicet per il rilancio delle politiche per l’affitto
Il SICET e i Sindacati degli inquilini nel corso della scorsa legislatura hanno svolto un’azione politica e rivendicativa che ha portato allo stanziamento dal bilanci statale di 550 milioni di Euro per far fronte all’emergenza abitativa nelle grandi aree urbane, ora l’associazione dei costruttori sollecita il nuovo governo a sveltire le pratiche burocratiche che impediscono l’immediato impiego delle suddette risorse. Questa è solo una parte del problema in quanto resta del tutto irrisolto l’aspetto strutturale del problema, cioè la definizione di un corretto programma di politiche abitative che assuma la questione della riduzione dei costi dell’affitto privato e dell’Edilizia pubblica come una priorità delle politiche di welfare. Il nuovo Governo invece parte con il piede sbagliato destinando ingenti risorse all’abolizione indiscriminata dell’ICI sulla prima casa. Una manovra populista, che favorisce maggiormente i proprietari delle case di valore più alto, che toglie ai Comuni un formidabile strumento di controllo sulle operazioni edilizie e l’inverso di un corretto federalismo fiscale solidale.
Abolizione ICI, Confedilizia: Le dicriminazioni del nuovo governo non sono un bel buongiorno per condòmini e proprietari di casa
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “In campagna elettorale non avevano detto che nella riforma dell’Ici si sarebbe seguita la via della discriminazione tra casa e casa tracciata da Prodi. E a noi non ce l’hanno detto neanche ora perché non siamo stati sentiti, nonostante l’avessimo richiesto e fossimo la Parte sociale direttamente interessata, quella che paga: Presidenza del Consiglio e Ministri competenti hanno preferito non informarci di nulla, non replicare alle argomentazioni inoltrate dalla Confedilizia, adagiarsi sul parere dei sindacati dei pensionati. Lasciandosi guidare da un classismo ideologico superato, tanto più odioso e significativo quanto meno necessario a fini di cassa (data l’esiguità del numero di immobili interessati), il Governo è caduto nel tranello giustizialista, che toglie alla riforma dell’Ici ogni carattere, e ogni effetto, innovatore.
Tra i nuovi programmi del Governo c’e’ rinegoziare i Mutui
Rinegoziazione dei mutui alla rata media del 2006: potrebbe riguardare 1.300.000 famiglie con un risparmio medio annuo di 850 euro. a) Prima ipotesi: mutuo da 100 mila euro originari partito