Il beneficio permane se un evento del tutto straordinario, come l’allagamento impedisce il cambio di residenza nei termini stabiliti dalla legge. Il mancato trasferimento di residenza entro il termine di diciotto mesi dall’acquisto nel comune in cui è ubicato l’immobile, se causato da un evento imprevisto e inevitabile successivo alla vendita, non è causa di decadenza dal beneficio Iva sulla prima casa (punto 21 della tabella A, parte II, allegata al Dpr 633/1972). Questo in sintesi il chiarimento fornito dall’Agenzia con la risoluzione n. 140/E del 10 aprile, in risposta all’interpello con cui l’acquirente di un immobile dichiarato inagibile a seguito di grosse infiltrazioni di acqua, ritiene di essere legittimato a differire il cambio di residenza oltre il termine previsto dalla norma, essendosi verificato un evento straordinario, non a lui imputabile, in seguito al quale l’immobile è stato dichiarato inagibile e inabitabile.
Mercato immobiliare
EIRE – Expo Italia Real Estate: lo sviluppo del nuovo mercato immobiliare italiano
Tra le più importanti fiere internazionali dedicate al settore immobiliare, EIRE-Expo Italia Real Estate si concentra sulla gestione, la valorizzazione, lo sviluppo e la riqualificazione dei patrimoni immobiliari pubblici e privati. Attraverso una manifestazione estremamente qualificata che coinvolge un elevato numero di operatori, circa 12.000 nelle scorse edizioni, e di espositori, oltre 300, Expo Italia Real Estate è l’evento privilegiato per pubbliche amministrazioni o privati che desiderano inserirsi e farsi conoscere sul mercato immobiliare,incontrando operatori specializzati nei vari settori coinvolti. Dalle Property Company alle imprese di costruzione, dai grandi gruppi industriali a società per la gestione di servizi, da studi di progettazione a servizi finanziari, Expo Italia Real Estate è questo e molto altro ancora.
Affitto: oltre 100.000 famiglie a rischio e 650.000 vorrebbero una casa pubblica
Questi i dati dell’emergenza casa in Italia, emersi oggi, nella Conferenza Stampa del SICET. Il segretario generale Guido Piran ha ricordato le 100.400 richieste di esecuzione, nel 2007, per gli sfratti causati dalla insostenibilità degli affitti. Ma anche le 650.000 domande per un alloggio pubblico con un soddisfacimento inferiore al 5 %. “Il triste quadro – ha ricordato Piran – è il risultato dell’aumento del 10 % all’annuo del costo degli affitti che continua da un decennio e dal disimpegno dell’offerta abitativa pubblica.” Il SICET chiede quindi alla politica più attenzione agli affitti. Servono tre interventi. Una nuova legge sulle locazioni private che per l’abitazione principale e in tutti i comuni abbia come sistema quello della contrattazione del canone. Oltre ad una dotazione degli ammortizzatori sociali nel sostegno affitto di 500 milioni annui e una graduazione degli sfratti.
Valutazione Immobiliare: criteri e principi applicativi
Il 22-23-24 Aprile si terrà a Napoli il corso di formazione sulla “Valutazione Immobiliare: criteri applicativi” risponde all’esigenza di un adeguamento delle metodologie valutative anche in considerazione delle recenti novità normative (D.L. 248/2005) degli IAS/IFRS e delle Basilea 2) che hanno inciso considerevolmente sulle modalità di valutazione dei beni immobiliari, soprattutto per quanto attiene gli operatori del settore, gli enti e gli investitori immobiliari. Quanto sopra è interconnesso con una serie di fenomeni, quali la trasformazione di grandi aree (STU, ecc.), la dismissione del patrimonio pubblico, la revisione degli estimi, la ripresa degli investimenti immobiliari e nel contempo del mercato dei mutui, si rende necessario ed urgente l’utilizzo di strumenti aggiornati ed innovativi, sia nel campo economico-estimativo che in quello urbanistico-territoriale. Il Corso si pone come obiettivo quello della illustrazione sintetica agli operatori specializzati delle tematiche economico-immobiliari (dal campo giuridico a quello tecnico-gestionale e commerciale) sviluppando l’innovativo percorso scientifico e metodologico richiamato nel Codice delle Valutazioni Immobiliari, al fine di consentirne innesto di nuove professionalità di natura estimativa e catastale sulle precedenti conoscenze e competenze tecniche.
“Affitto 2 milioni e mezzo di famiglie italiane in povertà” Il SICET illustra proposte e un appello, alle forze politiche, per le prossime elezioni
L’emergenza abitativa interessa oltre 2 milioni e mezzo di famiglie italiane. Il 63% di chi vive in affitto ha redditi modesti, inferiori a 20 mila euro annui incompatibili con gli affitti del mercato. Gli ultimi dati sugli sfratti del Ministero dell’interno rilevano che sono oltre 100 mila le richieste di esecuzione, 45 mila i provvedimenti convalidati e quasi 23 mila gli sfratti eseguiti l’anno passato, prevalentemente per morosità. Il SICET ha elaborato una serie di proposte, contenute in un appello alle forze politiche, per le prossime elezioni. Queste vanno da interventi strutturali sull’edilizia pubblica alla riforma delle locazioni private. Il sindacato inquilini della CISL propone anche delle misure straordinarie per tamponare il problema della morosità.
Cedolare secca, sarà la volta buona?
In occasione della tornata elettorale in corso, la proprietà edilizia chiede alle forze politiche chiarezza fra le altre cose – relativamente alla tassazione dei redditi da locazione (separatamente dagli altri, quindi, o insieme, in coacervo?). Sul punto registriamo – a parte improbabili, ma sempre possibili, sviste, delle quali daremmo eventualmente atto volentieri – le seguenti posizioni programmatiche. Partito democratico: “Tassare il reddito da affitto non ad aliquota marginale, ma ad aliquota fissa” (aliquota che Veltroni ha poi precisato – in una lettera a Confedilizia – nel 20 per cento). Popolo della libertà: “Graduale e progressiva tassazione separata dei redditi da locazione”. Udc: “Istituzione di una cedolare secca del 20 per cento sugli affitti per favorire l’emersione dei contratti illegali ed il ripristino della redditività dei canoni di locazione”. Constatiamo dunque, su questo aspetto (ormai da anni prospettato, e proposto, dalla Confedilizia), una favorevole convergenza: completa (perchè precisa anche nella misura dell’aliquota, oltre che nella necessità di ridare redditività alla locazione) nell’Udc, netta nel Partito democratico (che ha pure precisato – come visto, e sia pure in un secondo momento – la misura dell’aliquota), altrettanto netta (ma con duplice sottolineatura di una sua graduale attuazione: a valorizzare, inizialmente, i “contratti agevolati” – come li chiama esattamente la legge – e cioè i canoni fiscalmente agevolati perchè stabiliti dagli accordi Confedilizia/Sindacati inquilini) nel Popolo della libertà.
Ristrutturare casa, ripresa di stagione
A febbraio sono ripartite le ristrutturazioni immobiliari fiscalmente agevolate, del 27%. Le raccomandate inviate al Centro operativo di Pescara dell’agenzia delle Entrate, sono 23.000 per usufruire della detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per riqualificare il patrimonio abitativo italiano. I numeri però sono ancora lontani dalle performance sfoderate dagli altri mesi negli ultimi anni. La stagione invernale ha sempre avuto un andamento piuttosto modesto, dovuto soprattutto al clima, che non invoglia certo ad affrontare operai e disagi che si verificano durante una ristrutturazione ambientale. Ciò nonostante, su tutto il territorio italiano si è verificato un incremento del dato numerico relativo al recupero del patrimonio edilizio in regime fiscale agevolato. In termini percentuali, la crescita va dal +79% del Molise, la più alta del mese, al +8% dell’Umbria. Solo nel Friuli Venezia Giulia si è avuto un fenomeno contrario, ovvero una diminuzione del 5%, anche se i valori numerici sono abbastanza in linea fra loro, 734 in gennaio e 696 in febbraio. Perfettamente uguali, invece, i valori della Basilicata dove sono state 52 le richieste di detrazioni d’imposta inviate in gennaio e 52 in febbraio.
Mobilità residenziale, il caso del Comune di Venezia
Attraverso l’indagine “Vivere a Venezia” l’Osservatorio Casa del Comune ha messo in luce la situazione della residenza attraverso dinamiche demografiche, mercato immobiliare, andamento delle procedure di sfratto, patrimonio abitativo, programmi
Il progetto di casa Buderus
Casa Buderus è un laboratorio dimostrativo ideato dai tecnici di Buderus Italia, patrocinato da Legambiente e dalla Provincia di Milano. Nasce dall’esigenza di illustrare al pubblico, attraverso la fruizione diretta, le soluzioni più avanzate per il riscaldamento e il comfort ambientale, sfruttando in maniera integrata fonti di energia convenzionali e fonti rinnovabili.
Gli obiettivi di Casa Buderus sono molteplici: fornire agli operatori del settore un confronto oggettivo tra varie modalità realizzative dell’impianto di climatizzazione. Quantizzare in modo preciso i risparmi energetici e le riduzioni di inquinamento ambientale reallizate dalle varie soluzioni. Offrire un laboratorio per lo sviluppo di attività di ricerca finalizzata alla valutazione delle migliori soluzioni di isolamento e di protezione dall’irraggiamento dell’edificio, valutare in modo preciso i ritorni dell’investimento, confrontare differenti soluzioni tecnologiche, misurare i reali risparmi indotti da nuovi prodotti o nuove tecnologie. Verificare in modo sperimentale la rispondenza dei calcoli teorici delle condizioni previste da progetto per quanto concerne la certificazione energetica dell’edificio. Costituire un esempio pratico di riferimento da utilizzarsi durante le attività formative per gli operatori di settore al fine di valutare le modalità installative e le scelte tecnologiche. Stabilire un valido modello applicativo da utilizzarsi per la sensibilizzazione di progettisti, architetti, imprese immobiliari e committenti finali alla realizzazione di unità abitative ecologiche ed economiche. Casa Buderus, che simula i fabbisogni di un’abitazione unifamiliare per una famiglia media, è un edificio con valenze bioclimatiche, progettato cioè con accorgimenti che garantiscono sostenibilità ambientale, vantaggi in termini di comfort e prestazioni virtuose dal punto di vista energetico.
Mercato immobiliare: fine di un ciclo di durata decennale
Dal I Rapporto sul Mercato Immobiliare 2008 di Nomisma emerge che gli ultimi mesi del 2007, ed ancor più i primi del 2008, hanno accelerato la fine del più lungo ciclo immobiliare del II dopoguerra. Per la prima volta da 10 anni a questa parte le quantità scambiate in un anno stanno segnando il passo, dopo avere attraversato una fase di euforia che le ha portate da meno di 500 mila transazioni nel 1996 ad oltre 845 mila nel corso del 2006. L’anno che si è appena concluso ha accompagnato il termine di questo ciclo virtuoso, facendo inclinare verso il basso la curva della crescita di 5 punti percentuali, dopo un paio di anni in cui il motore immobiliare stava progressivamente rallentando. La flessione delle compravendite, più pronunciata nelle città metropolitane, ove assume anche connotazioni a due cifre, è il riflesso della debolezza della domanda di acquisto. Il quadro di rallentamento è in atto da alcuni anni e peggiora radicalmente nel II semestre del 2007, con l’esplodere della crisi finanziaria ed economica americana le cui conseguenze sono ancora difficili da quantificare, dato il convulso succedersi di notizie contraddittorie che, oltre a dipingere una situazione di oggettiva difficoltà, spesso contribuiscono ad alimentarla anche sul piano psicologico. Così le indicazioni di diminuzione della domanda si fanno sempre più pesanti, non solo nelle grandi città ma anche in corrispondenza delle città di grandezza intermedia. Le intenzioni di acquisto di un’abitazione sono al livello più basso dell’ultimo ciclo immobiliare (2,2%). Inoltre, il prezzo delle case nel 2007 è aumentato del 5,1% nelle grandi città e del 5,9% in quelle intermedie. Gli incrementi degli immobili non residenziali sono, nelle città intermedie, oltre il 6%. In queste ultime i tempi di vendita sono cresciuti ad un ritmo più rapido rispetto a prima e sono oggi allo stesso livello delle grandi città: servono mediamente 5,1 mesi per una casa, 5,5 mesi per un negozio, 6,3 mesi per un ufficio, 5,5 mesi per un capannone e solo poco più di 3 mesi per un box. Per quanto riguarda lo sconto applicato rispetto al prezzo iniziale non si è amplificato nei centri medi, diversamente da quanto rilevato nelle grandi città. Per il 2008 è prevista una stabilità dei prezzi.
Inaugurata ad Assago Casa Buderus, la prima casa classe “A”
Casa Buderus è un progetto ambizioso che nasce da una riflessione sullo sviluppo sostenibile come elemento indispensabile alla qualità di vita, e che si concretizza in un edificio unico nel suo genere: una casa-esposizione-laboratorio in cui ogni aspetto strutturale, architettonico, tecnico è studiato per concorrere sinergicamente ad ottenere il massimo dell’efficienza con il minimo impatto ambientale. Oltre a presentare le linee di ricerca e i sistemi prodotti dall’azienda, Casa Buderus vuole mostrare le caratteristiche e i vantaggi di un edificio con valenze bioclimatiche, ovvero progettato in modo da assicurare non soltanto la sostenibilità ambientale, ma anche prestazioni virtuose da un punto di vista energetico.
A tale scopo sono state adottate soluzioni progettuali che consentono di mantenere all’interno dell’edificio adeguate condizioni di comfort ambientale, inteso come soddisfacimento dei requisiti di controllo del microclima interno e dell’illuminazione naturale, limitando al minimo l’intervento degli impianti che comportano consumi energetici da fonti convenzionali. Casa Buderus è un esempio di grande valore non solo per l’importanza scientifica ma anche per il suo significato culturale. Rivolgendosi a professionisti del settore termotecnico, pubblica amministrazione, imprenditori immobiliari, potenziali abitanti, studenti e ricercatori, il progetto intende sensibilizzare i visitatori del laboratorio circa i temi che hanno come orizzonte generale rispetto dell’ambiente e uso ridotto delle risorse energetiche non rinnovabili.
Edilizia settore sempre in movimento
Il 2007 può essere ricordato come l’anno che fissa, per le costruzioni, il periodo più lungo di crescita ininterrotta registrato dal 1970 a oggi, con volumi produttivi nel complesso assestati sui livelli del 2006. Questo straordinario trend di crescita, che risulta quantificabile in circa 26 punti percentuali tra il 1998 (anno di origine del ciclo positivo) e il 2007 a fronte di uno sviluppo del Pil nazionale pari al 13,6% per lo stesso periodo, ha ovviamente offerto un contributo decisamente significativo al sistema economico italiano anche in termini occupazionali. Tale settore, infatti, nel primo semestre 2007, ha occupato 1.948.000 persone, il 27,9% degli occupati dell’industria e l’8,4% di tutti i settori economici (si stima inoltre che l’immobiliare occupa circa 400 mila unita). Nel corso del 2007, pur trattandosi del nono anno di crescita consecutiva del settore delle costruzioni, è emerso un tasso di incremento più contenuto rispetto alle previsioni e, per la prima volta dopo otto anni, inferiore a quello del Pil. Un dato, questo, che sembra preludere all’interruzione del trend crescente, come era stato previsto dall’Ance per il 2008. Un dato che sembra preludere all’interruzione della tendenza . Questo rallentamento della crescita settoriale, principalmente dovuto, secondo le indicazioni delle imprese, al persistente calo delle opere pubbliche e alla staticità della nuova edilizia abitativa, traccia un quadro di generale stazionarietà per il comparto edile, con un +0,4% reale (a fronte del +2,1% registrato nel 2006), fissando gli investimenti in costruzioni, per il 2007, sui 150.455 milioni di euro, diversamente da quanto previsto nello scorso mese di giugno (+0,9%). Questa correzione al ribasso risulta imputabile, per gran parte, a un andamento particolarmente negativo riscontrato per le opere pubbliche, rispetto a quanto segnalato nel primo semestre del 2007, e da tassi di crescita sempre più contenuti e principalmente sospinti, dalla riqualificazione dell’esistente, nel subcomparto delle abitazioni.